COPPIE ALLA RICERCA DI UN FIGLIO
… Ci provavano da tanto tempo, forse troppo. Avevano fatto tutte le analisi, tutti gli esami che gli erano stati prescritti; avevano visto una pletora di specialisti, ognuno con un’indicazione da seguire, un consiglio, un trattamento… non era servito a niente. Erano ancora fermi alla partenza. Lei e lui. Lui e lei. Nessun bambino in arrivo, nessuna prospettiva imminente di diventare finalmente genitori, di allargare la famiglia, di non essere più soltanto una coppia. Avere almeno un figlio era il desiderio di entrambi da quando la loro relazione si era consolidata. Avevano comprato, con non pochi sacrifici, una casa abbastanza grande per far crescere in uno spazio adeguato uno o due bambini, si erano assestati su occupazioni che non fossero inconciliabili con il crescere dei figli, rinunciando a occasioni allettanti ma difficili da gestire. Poi si erano messi d’impegno a “provarci”. “Siamo giovani, siamo sani, un figlio arriverà” … E invece no, dopo più di un anno non era accaduto assolutamente nulla. Quello che era, invece, avvenuto era l’inasprirsi del senso di frustrazione, lo svuotamento del rapporto sessuale, divenuto, ormai, un atto meccanico che aveva perso tutta la sua attrattiva. Potevano resistere, o meglio, esistere, come coppia senza figli?
Molte coppie desiderano mettere al mondo uno o più figli quando la relazione tra i due partner si consolida: si tratta di un’evoluzione naturale della coppia, la creazione di una famiglia propria, svincolata da quelle di origine. Questo naturale desiderio, nutrito di sogni, fantasticherie e immaginazione non sempre si realizza nei tempi auspicati e talvolta non si realizza affatto. L’attesa spasmodica che la gravidanza e poi la nascita si concretizzino diventa essa stessa un “evento perturbante”, capace di scuotere profondamente gli equilibri della coppia, ma anche dei rapporti con le rispettive famiglie di origine dei due partner. Man mano che trascorre il tempo e l’evento “nascita” si allontana sempre più, crescono la frustrazione e la rabbia, che prendono il posto dell’iniziale incredulità per non riuscire a fare una cosa all’apparenza così “facile”, che “riesce a tutti gli altri”. Quando la diagnosi di infertilità diventa una certezza dopo consulti, visite, esami ecc. i due partner possono attraversare un periodo di crisi, che per molti aspetti assomiglia a un periodo di lutto, in cui si deve trovare la forza di abbandonare un sogno più volte rielaborato, un progetto di vita che si pensava realizzabile e a portata di mano. Come può uscire la coppia da una crisi così profonda? La sensazione di aver fallito può essere pervasiva sia per l’uomo che per la donna, anche se con sfumature diverse: se nella donna, spesso, viene a incrinarsi la sua immagine di futura madre, un ruolo sociale importante e soddisfacente, nell’uomo generalmente, l’incapacità di mettere al mondo un figlio viene correlata a una sorta di impotenza sessuale, nonostante le due cose non siano legate. In entrambi i casi, ne va dell’autostima dei due individui, che ne risente fortemente. Quindi, per tornare alla domanda posta più sopra: come se ne può uscire? Innanzitutto, cercando di accettare l’infertilità: senza giungere all’accettazione, infatti, non sarà possibile tornare a pensare ad un altro futuro realizzabile (per esempio, provare la strada della fecondazione assistita, oppure quella dell’adozione o, ancora, portare avanti la propria relazione romantica anche in assenza di figli). Bisogna anche tener presente che il momento successivo alla diagnosi di infertilità non è delicato soltanto per la coppia che la riceve, ma anche per le famiglie di origine dei due membri, che, a loro volta avevano intessuto sogni e progetti sulla futura nascita di un bambino; viene in tal modo a innescarsi un circolo vizioso fatto di rammarico, sofferenza e senso di colpa che si alimentano l’uno con l’altro rendendo complicati e dolorosi i rapporti reciproci tra i vari membri delle famiglie coinvolte. Ritrovare il proprio tempo e il proprio spazio come coppia può aiutare i due partner ad uscire dal tunnel della disperazione: anche il sesso, spesso, nell’accanita ricerca di una gravidanza finisce per perdere quella spontaneità e quella naturalezza di cui ha bisogno per essere appagante e generare soddisfazione e sintonia, quindi, ritagliarsi nuovamente degli spazi d’intimità di coppia che non siano necessariamente legati alla procreazione, è importante per ritrovare l’affinità e il piacere di stare insieme. La scelta di affrontare un percorso di fecondazione assistita, con tutto ciò che comporta in termini di dispendio di risorse (fisiche, affettive, emotive, economiche ecc.) va ponderata attentamente da entrambi i membri della coppia, parlandone tra di sé e con degli esperti, in modo da poter affrontare il percorso con la maggior consapevolezza e serenità possibile. Anche l’eventuale percorso di adozione va affrontato con consapevolezza, cercando di immaginarsi i possibili scenari di attesa e di violazione della propria privacy dovuti alle lunghe indagini che attesteranno l’idoneità dei futuri genitori.
Spesso è troppo doloroso e complicato uscire con le proprie forze da un periodo di crisi come quello generato dalla scoperta di non poter avere figli: è allora più che mai il momento di chiedere l’aiuto di un professionista qualificato ed esperto che con la dovuta delicatezza possa facilitare nella coppia la ripresa della sua evoluzione.
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