LE FAMIGLIE E I SEGRETI
Non glielo avrebbe detto, certo che no. Come avrebbe potuto? Si trattava di una cosa troppo personale, troppo intima da condividere, anche se stavano insieme ormai da un bel po’ e avevano una buona sintonia. In qualche modo sentiva che non era esattamente corretto nascondergli una cosa così importante, d’altra parte, non sarebbe mai riuscita a parlare di “quello” con lui. Sentiva un blocco se solo ci si metteva a pensare… No, meglio non dire nulla, non fare neanche un accenno. Se lo sarebbe tenuto per sé, come aveva fatto per tutti questi anni. Sarebbe rimasto il suo segreto, nascosto in fondo all’animo. Così nascosto che forse alla fine anche lei avrebbe finito per credere che non fosse mai successo… cosa sarebbe potuto accadere? Se lui non avesse mai saputo niente non avrebbe fatto domande e la vita avrebbe continuato a scorrere tranquilla…
Ognuno di noi si porta dietro eventi o avvenimenti difficili da condividere, da affrontare anche con il proprio partner. Vergogna, imbarazzo e paura sono alcune delle motivazioni alla base della nostra reticenza. Non tutti i segreti hanno ripercussioni negative nell’ambito della vita di coppia o familiare. I nostri pensieri più intimi, i sogni a occhi aperti e tutto quanto attiene alla nostra più privata attengono alla sfera intima del nostro pensiero che non vogliamo veder violata (Tisseron, 2002). Certi segreti, tuttavia, hanno un peso maggiore di altri e possono, invece, diventare quelli che vengono chiamati segreti di famiglia, cioè eventi, esperienze e avvenimenti di cui soltanto alcuni membri della famiglia sono al corrente, ma che rimangono celati ad altri (ai figli, per esempio o ai partner dei figli) per anni se non per sempre. Spesso si tratta di eventi in grado di turbare l’equilibrio familiare come il suicidio, l’adozione, una violenza sessuale, la violazione di un tabù ecc., avvenimenti di cui si parla con grande difficoltà e che si cerca di non far riaffiorare neppure alla nostra mente. Questi segreti di famiglia sono strettamente collegati alle norme e ai valori della cultura nella quale si vive; quindi, gli avvenimenti che li creano possono essere diversi da cultura a cultura. Ciò che si decide, infatti, di non divulgare ma di tacere ha a che fare con il sentirsi socialmente disapprovati (Lane & Wegner, 1995). Tacendo si sfugge la vergogna, l’imbarazzo, la difficoltà a comunicare all’esterno qualcosa che è una sorta di tabù che deve necessariamente rimanere nascosto, sommerso, perché gli altri, gli esterni alla famiglia “non capirebbero” … ma come dice in maniera semplice eppure efficace la scrittrice e giornalista Tremamunno (2021, p.11) “il segreto è come una malattia che si trasmette, si ripete come «un copione di famiglia» …” I segreti, quindi, si trasmettono di generazione in generazione, creando un non-detto che inficia la comunicazione familiare e causano turbamento e disagio. È realmente possibile rimanere “guardiani” di un segreto familiare senza che niente ne traspaia all’esterno? In realtà, molti studi scientifici di alcuni anni fa hanno provato che più si cerca di non pensare a una determinata cosa, più essa invece salta alla mente, sotto forma di pensiero intrusivo (Wegner & Erber, 1992), innescando un meccanismo di rinforzo per cui più mi sforzo di non pensare a ciò che deve restare segreto e più questo segreto mi ossessiona, trasparendo all’esterno tramite lapsus o comportamenti incoerenti. Quello che spesso viene fatto per mantenere un segreto è evitare accuratamente anche soltanto di accennare alle tematiche che potrebbero rimandare al segreto stesso, ma questo tipo di comportamento non mette al riparo dal fatto che con certi temi si entra in contatto pur non volendo e allora cosa accade? In qualche modo il segreto può comunque palesarsi, seppure velatamente. Secondo Serge Tisseron (2002, p. 275), psicoanalista francese “la persona che ha vissuto un’esperienza importante e penosa – e che per questo possiamo definire «traumatica» – se n’è sempre fatta delle rappresentazioni, più spesso emotive e di tipo mimico-gestuale: prova ne è il fatto che tale persona si commuove quando ci pensa, piange o va in collera.” Tutto questo significa che nel momento in cui una tematica affine al segreto viene affrontata (dal partner, da un parente, da un figlio, da un amico, dal telegiornale ecc.), nonostante il “guardiano del segreto” non ne parli o cerchi di cambiare argomento, a livello comportamentale si paleserà la sua commozione, la sua rabbia o il suo dolore, rendendo evidente a chi è presente che esiste qualcosa di nascosto. Anche i bambinipercepiscono che c’è qualcosa che non si può nominare, di cui non si può parlare in famiglia… qualcosa per cui gli adulti cercano sempre di cambiare discorso, s’irrgidiscono, s’imbarazzano o si arrabbiano: le emozioni degli adulti che traspaiono dal loro comportamento – per quanto controllato – non sono coerenti con quanto essi esprimono a parole e questo confonde e turba il bambino (Tisseron, 2002). Da studi condotti alla fine degli anni Novanta del secolo scorso (Vangelisti, 1994; Vangelisti & Caughlin, 1997) emerge che le categorie dei segreti familiari sono tre: tabù, violazione delle regole e segreti convenzionali, che sono legate alla funzione che svolgono nella famiglia (per esempio, difesa, privacy o problemi comunicativi) e sono inversamente correlate alla soddisfazione in ambito familiare; le famiglie che mantengono segreti di eventi perturbanti come la violazione di un tabù sono quelle che provano minor soddisfazione familiare. Che fare allora? Quando un segreto turba il benessere di una famiglia è necessario rivolgersi a un professionista qualificato, in grado di facilitare la ripresa di una più efficace comunicazione.
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Riferimenti bibliografici:
Lane, J.D. & Wegner, D.M. (1995). The cognitive consequence of secrecy. Journal of Personality and Social Psychology, 69 (2), 237-253.
Tisseron, S. (2002). Secret de famille, une introduction auxphénomènes transgénérationelles. Act. Med. Int. – Psychiatrie, 19 (10), 275-278.
Tremamunno, M. (2021). Abbracciare la storia familiare significa abbracciare il presente. www.infinitoedizioni.it
Vangelisti, A. (1994). Family Secrets: Forms, Functions and Correlates. https://doi.org/10.1177/0265407594111007
Vangelisti, A. & Caughlin, J.P. (1997). Revealing Family Secrets: The Influence of Topic, Function, and Relationships. https://doi.org/10.1177/0265407597145006
Wegner, D.M. & Erber, R. (1992). The hyper accessibility of suppressed thoughts. Journal of Personality and Social Psychology, 63 (6), 903-912.
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