LE MENZOGNE NELLE RELAZIONI
… Si era accorta che non riusciva più ad avere fiducia in lui come un tempo, le veniva sempre da dubitare di quello che le raccontava, delle risposte alle sue domande, delle spiegazioni che le dava… Questa perdita di fiducia la metteva a disagio, ma da quando, casualmente, aveva scoperto che le aveva mentito in più di un’occasione non riusciva più a pensare a lui come la persona affidabile di un tempo. Si rammaricava di non averlo affrontato apertamente riguardo alle sue piccole bugie (innocue? Non avrebbe saputo dirlo) e ora si trovava coinvolta anche lei in un vortice di non detti dai quali non sapeva come fare a uscire. Stava diventando bugiarda anche lei?
… Gli era piaciuta da subito per quell’aura di mistero che l’ammantava e la rendeva ancora più seducente del suo pur notevole aspetto fisico. Aveva disperatamente desiderato di incontrarla e di farla innamorare per svelare l’origine di tutto quel fascino misterioso… ora si frequentavano da un anno, ma il mistero era rimasto intatto: non poteva dire che lei gli mentiva, ma nemmeno gli raccontava la verità. Era reticente sul suo passato, sulle persone che frequentava, sulla sua famiglia… qualche volta gli sembrava di essersi innamorato di un vuoto ologramma che poteva riempire a piacimento dei contenuti che più desiderava…
La fiducia in un rapporto di qualsiasi tipo, soprattutto nelle relazioni sentimentali, è una condizione di fondamentale importanza affinché quel rapporto sia stabile nel tempo, possa evolvere e maturare e offrire sicurezza alle due persone che lo allacciano, che sentono di poter contare l’una sull’altra nei momenti difficili o quando hanno bisogno di conforto. Non fidarsi del proprio partner, alla lunga, invece, può generare mancanza di rispetto, la percezione di essere continuamente trattati slealmente e ingiustamente e, infine, può far nascere un sentimento di disprezzo verso il membro della coppia che mente (“Cosa mi posso aspettare? Tanto non mi dice mai la verità!”; “Non ha il coraggio di dirmi le cose come stanno”; “Se mi mente sulle piccole cose, figuriamoci su quelle importanti!”), percepito come immaturo, inaffidabile e menzognero in ogni situazione. Se è vero che mentire reiteratamente sbilancia la relazione a sfavore della sfiducia e rovina le fondamenta su cui il rapporto è stato costruito e si regge, è anche vero che non tutte le bugie vengono raccontate a scopi opportunistici ed egoistici o per nascondere azioni che, se scoperte, perturberebbero inequivocabilmente la relazione (per esempio, un tradimento, reale o virtuale, la perdita al gioco di una forte somma di denaro destinato, invece, alle spese familiari ecc.). Esistono, infatti, anche delle menzogne che non recano un vero danno, se sono saltuarie, e che gli adulti imparano a dire “per educazione” o per evitare che l’interlocutore si senta sminuito o rimanga male del commento (“Hai preparato un buona cena”; “Ma no, non ti sta così male questo vestito!”; “E’ stata una bella serata… peccato che devo andarmene presto”, “grazie del regalo, mi è piaciuto moltissimo: era proprio ciò che desideravo! ecc.). Va da sé che anche queste “piccole bugie a fin di bene” possono alla lunga insinuare nella relazione un elemento di falsità che, ove scoperto, può comunque portare a conflitti e perdita di fiducia nell’altro. Se, infatti, continuiamo ad elogiare nel partner caratteristiche che, in realtà, per noi non possiede, per esempio la sua abilità culinaria, quello continuerà a desiderare di cucinare per noi credendo di farci cosa gradita quando invece non è così: anche una piccola bugia detta con lo scopo di proteggere qualcuno dalla delusione, se reiterata nel tempo, dunque, formerà di noi un’impressione sbagliata, che in futuro sarà difficile smantellare e che potrà portare a infinite discussioni (“Perché non me l’hai detto prima? Avrei evitato di perdere tempo!”). Se tutti mentono, almeno in alcune circostanze (per evitare conflitti, per ottenere qualcosa, per proteggere l’altro, per non dover affrontare punizioni o castighi ecc.), è di fondamentale importanza chiedersi perché in certe circostanze sentiamo l’esigenza di mentire, per quale scopo lo stiamo facendo e, soprattutto, a vantaggio di chi. Mentiamo per proteggere qualcuno o per fuggire dalle responsabilità che il nostro comportamento comporta? Mentiamo per ferire o per ottenere qualcosa a scapito dell’altro? Preferiamo non dire la verità o stravolgere l’evidenza perché non riusciamo a gestire in maniera adeguata la conflittualità? Mentiamo perché non siamo soddisfatti di qualche aspetto della nostra vita? Riflettere su queste ed altre domande dello stesso tenore può favorire la consapevolezza delle nostre dinamiche e una maggior sincerità nei confronti di noi stessi, perché mentire reiteratamente non va soltanto a formare nell’altro un’immagine di noi deformata, non realistica, ma costringe anche noi stessi a vivere nella “gabbia” delle bugie che raccontiamo, incapaci di mostrarci agli altri per quello che siamo. Da notare che anche molti “non detti” finiscono per sortire lo stesso effetto delle bugie reiterate (“Non sapevo che fumassi! Non ti ho mai visto farlo, com’è possibile? Non me lo sarei mai immaginato!) e andrebbero evitati, per non costruire un’immagine falsata di sé stessi.
Per comprendere meglio le nostre dinamiche, per imparare ad attuare comportamenti più maturi, coerenti con se stessi e adattivi, è possibile rivolgersi a un professionista qualificato, che saprà accompagnarci con tatto e delicatezza lungo il nostro percorso di crescita interiore.
Riferimento bibliografico
Strocchi, M. C. (2009), La coppia che scoppia, Edizioni Il Punto d’incontro.
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