RAPPORTI VIOLENTI

La “violenza contro le donne” è… “ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà”. 

(dall’art. 1 della dichiarazione ONU sull’eliminazione della violenza contro le donne)

Con l’espressione “violenza di genere” si includono, quindi, tutte le forme di violenza perpetrate ai danni di una donna: non soltanto quella fisica o sessuale, ma anche lo stalking, la violenza psicologica ed emotiva e, non ultima, quella economica. Vediamo un po’ più da vicino questi tipi di violenza in cui una donna può incorrere nei rapporti amorosi (ma non solo).

Violenza Fisica: È la forma di violenza più manifesta e “appariscente”: la donna subisce dall’uomo che ama colpi, calci, sputi, pugni che spesso lasciano segni ben visibili sul suo corpo (ecchimosi, graffi, tagli, cicatrici) o che, invece, possono essere lasciati in parti del corpo solitamente nascoste dagli indumenti. 

Violenza Emotiva: è una forma di violenza più sottile di quella fisica e molto insidiosa: la donna in questo caso subisce ingiurie, espressioni di disprezzo e critiche da parte del proprio partner che possono seriamente comprometterne l’autostima e l’equilibrio mentale. 

Violenza Psicologica: con questa s’intendono i ricatti, le minacce, anche velate, e gli atteggiamenti che impauriscono la vittima e che sono, al contempo, destabilizzanti per chi li subisce. Questo tipo di violenza fa vivere la donna in un clima di perenne terrore che mina la sua fiducia negli altri e in se stessa. 

Violenza Sessuale: quando si pensa all’abuso sessuale solitamente si pensa allo stupro, ma, di fatto, è una vera e propria violenza sessuale tutto ciò che riguarda contatti fisici e intimi a cui la donna non accondiscende, a cui ha detto “no”. 

Violenza Economica: impedire a una donna di lavorare, di poter gestire le proprie entrate e il proprio stipendio è un’altra forma di violenza che lascia la vittima in uno stato di dipendenza verso chi abusa di lei, in modo da renderle concretamente quasi impossibile andarsene e rifarsi una vita.

Stalking: pedinare una persona, inviare messaggi minacciosi, tormentarla con telefonate non gradite, diffamarla ecc. è un comportamento di tipo persecutorio che incute paura, mina la sicurezza e lede la privacy e il buon nome della vittima.

Il ciclo della violenza

Lenore Walker nel 1979 individuò ben fasi cicliche a cui va incontro una relazione romantica dominata dalla violenza.

Accumulo della tensione: In questa prima fase, la donna si trova a doversi confrontare con un partner che improvvisamente si chiude in se stesso, diventa ostile e ipercritico, disprezzante, perciò cerca di non far aumentare ulteriormente la tensione tentando di “fare tutto come vuole lui”. A lungo andare, però, la tensione cresce ugualmente e niente di ciò che la donna tenta di mettere in atto avrà successo. 

Esplosione della violenza: adesso la tensione si fa elettrica e la violenza finisce per esplodere: dalle aggressioni verbali e psicologiche si passa velocemente a quelle fisiche e/o sessuali. Da adesso la donna inizia a vivere in un clima di insicurezza e terrore, di impotenza e senso di perdita del controllo sulla propria vita. Ogni momento, ogni atto sono “buoni per ricevere un pugno, uno schiaffo, un calcio”. Spesso la donna non riesce a interrompere la relazione abusante per paura delle future ripercussioni o perché non ha le risorse economiche per lasciare il partner e ricominciare da capo.

La luna di miele: ecco che adesso il partner abusante si mostra pentito, contrito. Si presenta alla donna con dei regali per “farsi perdonare”, giura che non lo farà più, che è tutta colpa dell’alcol (disimpegno morale), che d’ora in poi si “comporterà bene”; le dice che non può vivere senza di lei… ma in qualche modo insinua anche che è “colpa sua” quello che è accaduto perché lei “lo provoca” … Insomma, questa “luna di miele” non è che un tranello per trattenere la donna nella rete intessuta dal predatore. Purtroppo, spesso funziona e la donna si trova intrappolata in una spirale di violenza che non ha fine e che può trasformarsi in una vera e propria tragedia.

Chiedere aiuto non è facile, ma è il primo passo per ritornare alla vita.

Consigliata la lettura di “Tornare a respirare” delle studentesse della III C di Scienze Umane del Liceo “Tito Livio” di Martina Franca sul sito di “impresa in azione” per un approfondimento del tema.

Riferimenti sitografici per un approfondimento del tema. (link ISTAT)

Riferimento bibliografico:

Walker, L. E. (1980). The Battered Woman. William Morrow & Co

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