LO STALKING

… Non riusciva a parlarne con nessuno, perché non l’avrebbero creduta o avrebbero cercato di minimizzare, eppure lei sapeva che non era “tutto nella sua testa”. I messaggi a tutte le ore del giorno e della notte erano reali. Le chiamate ripetute, gli squilli ripetitivi, i bigliettini attaccati al parabrezza dell’auto. Erano tutte cose reali, che succedevano ogni dannato giorno, senza che lei potesse fare niente per farlo smettere. All’inizio si era sentita lusingata dal fatto che lui la cercasse ancora, nonostante lei gli avesse fatto chiaramente capire che la loro breve storia era finita, poi era diventato un incubo. Si sentiva spiata, osservata tutto il giorno. In qualche modo lui riusciva sempre a sapere dove lei fosse e poi faceva in modo che lei lo sapesse. Era sicura che la pedinasse: aveva la netta sensazione di essere seguita e quando usciva per strada non riusciva a fare a meno di voltarsi indietro, in maniera quasi ossessiva, per il terrore di vederlo lì, alle sue spalle, in agguato con chissà quali intenzioni…

… Pensava di aver commesso un errore: lei all’inizio gli era piaciuta molto, così affettuosa e docile… sembrava sempre pendere dalle sue labbra per ogni cosa. Doveva ammettere di essersi sentito gratificato, importante, al centro dell’universo di qualcuno. Ora però le cose erano cambiate ed era successo molto velocemente: quell’angioletto tutto zucchero sembrava essersi trasformato in una megera ipercontrollante: messaggi a tutte le ore per sapere dove e con chi fosse, mille telefonate al giorno e poi… lo seguiva! Se la ritrovava all’improvviso nello stesso locale che frequentava con gli amici, all’uscita da lavoro, in palestra… Un incubo!

A volte le relazioni, anche bellissime, anche importanti, finiscono. A volte non cominciano nemmeno perché uno dei due “sente” che non scatta quel qualcosa, quella miccia che fa divampare l’innamoramento e dà inizio a una nuova storia romantica. Le storie finiscono perché non ci si ama più, perché le strade si separano, perché non si ha più nulla in comune se non i ricordi. Le storie non iniziano perché non ci si piace “abbastanza”, perché qualcosa nell’altro ci frena, perché non abbiamo interessi comuni e per mille altri motivi. Pazienza: è stata un’esperienza che comunque ci ha insegnato qualcosa, si va avanti e, infine, troveremo qualcun altro di cui innamorarci. “Amici come prima”, verrebbe da pensare. Certo, nella maggior parte dei casi, eppure non è sempre così. Alcune persone non accettano la fine di una relazione, anche se è evidente che la storia sta naufragando, oppure non accettano che la relazione non prenda il via, nonostante l’altro abbia fatto chiaramente capire di non essere interessato. Lo stalking, come fenomeno relazionale, può nascere proprio dal fatto che uno dei due partner non accetti il rifiuto dell’altro a continuare o a iniziare una storia. Messaggi ripetuti, telefonate non gradite, biglietti, doni non voluti, atti vandalici ai danni delle proprietà della vittima, pedinamenti, fanno tutti parte del repertorio dello stalker, che non si arrende davanti ai ripetuti “no” ricevuti e che cerca in tutti i modi di riallacciare il rapporto. Quando questo comportamento, già di per sé intrusivo e controllante, diventa apertamente vessatorio e minaccioso (insulti, minacce, ricatti, aggressioni), provocando paura e malessere psicologico nella vittima, si trasforma in atti persecutori, che in Italia è un vero e proprio reato. La vittima di stalking, per sfuggire al suo molestatore è spesso costretta a cambiare numero di telefono, magari a chiudere account social, a frequentare posti diversi dal solito, addirittura a cambiare casa o luogo di lavoro, nei casi più gravi. La vittima, insomma, è costretta a “fuggire” dalla propria vita nel tentativo di far perdere le sue tracce allo stalker.

Secondo la Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri esistono ben 5 tipologie di stalker:

1) il “risentito“, che ritiene di essere stato lascito ingiustamente;
2) il “bisognoso d’affetto“, che cerca a tutti i costi di intrecciare una relazione con qualcuno che non ne vuole affatto sapere;
3) il “corteggiatore incompetente“, cioè una persona con scarse capacità relazionali e che si approccia in maniera intrusiva e invadente all’altro;
4) il “respinto“, che si vuole vendicare di chi l’ha lasciato, ma al contempo vorrebbe riprendere la relazione;
5) il “predatore“, colui che trae piacere nell’incutere timore alla sua vittima e nel controllarla.

Lo stalking è un fenomeno che riguarda sia gli uomini che le donne e che attiene a tutti gli ambiti relazionali anche se è più comune nell’ambito delle relazioni romantiche.

L’amore non deve incutere timore! Chiedi aiuto, se necessario

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www.carabinieri.it/in-vostroaiuto/consigli/codice-rosso/codice-rosso/attipersecutori

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