L’altra faccia della violenza
… Non riusciva a capire quando le cose avevano cominciato a peggiorare fino a trasformarsi in un inferno. Ormai temeva anche il momento del rientro da lavoro e più volte si era ritrovato a girovagare a caso, senza avere il coraggio di rincasare. Che poi, a chi poteva raccontare dell’incubo che viveva da anni? Non gli avrebbe creduto nessuno, nemmeno suo fratello perché lei sembrava sempre così perfetta e brillante… chi avrebbe mai creduto che era capace di trasformarsi all’improvviso in un’arpia che gli si gettava addosso come per cavargli gli occhi, strillando come un’ossessa? Chi avrebbe mai creduto che era paranoica e lo pedinava per sapere dove andasse? Chi avrebbe mai creduto che non faceva che screditarlo, metterlo in cattiva luce con i colleghi e che cercava in tutti i modi di minare la sua autostima?
… Sua moglie era bellissima, colta e intelligente. Lui se n’era innamorato quasi al primo sguardo e aveva cercato in ogni modo di conquistarla. Quando si erano sposati, aveva creduto di essere l’uomo più felice del mondo e, in effetti, per un po’ le cose tra loro erano state fantastiche, da favola. Poi il brusco risveglio. Sua moglie si comportava in una maniera che gli faceva paura: scenate, tavoli rovesciati, oggetti lanciati e… botte. Non lo avrebbe mai ammesso con nessuno perché si vergognava troppo, ma sua moglie quando si infuriava, lo prendeva a schiaffi, con una forza che sembrava sovrumana…
La violenza non ha sesso ed è sempre violenza. Nonostante le molestie e le violenze (domestiche, sessuali, sul lavoro ecc.) siano sicuramente più numerose a carico delle donne, esiste anche in Italia un fenomeno sotterraneo e poco studiato che riguarda la violenza contro gli uomini. Ci si può chiedere perché “sotterraneo e poco studiato” e la risposta è: perché gli uomini generalmente non denunciano se sono vittime di molestie e violenze da parte di una donna. Esiste un pregiudizio ben radicato, anche nella mentalità delle vittime, per cui quello maschile è il “sesso forte”; il sesso “sessualmente attivo”; l’uomo, dunque, è percepito come più forte fisicamente della donna e colui che prende l’iniziativa dell’atto sessuale, di fatto negando la possibilità che un uomo possa essere fisicamente aggredito da una donna o da lei sessualmente molestato. Soprattutto per quanto riguarda il sesso, risulta particolarmente difficile credere che un uomo possa ritenersi molestato da una donna che lo tocca nelle parti intime, per esempio. Questo diffuso pregiudizio che l’uomo gradisca sempre attenzioni femminili non richieste porta le vittime di molestia a non denunciare, pena il timore di non essere creduti, o, peggio, di essere ridicolizzati (“Ma come, ti lamenti di una che ti si struscia addosso?”, “Ma allora non ti piacciono le donne!). È un bias cognitivo anche ritenere che una donna, poiché fisicamente meno forte di un uomo, non possa essere in grado di mettere in atto un’aggressione fisica ai danni del compagno, perché si tratta di una credenza che non tiene conto dei contesti, della potenza esplosiva di emozioni come la rabbia e la gelosia e, soprattutto, delle caratteristiche fisiche delle singole persone. Indubbiamente, però, gli uomini sono maggiormente vittima di manipolazione e violenza psicologica da parte delle compagne, che spesso usano i figli per tenere sotto scacco il partner.
Ritorsioni economiche e ricatti, stalking, ghosting, e diffamazione sulle piattaforme social, sono altre modalità di danneggiare l’altro che appartengono sia agli uomini che alle donne.
Un fenomeno particolarmente drammatico nell’ambito della violenza sugli uomini è quello della “alienazione parentale”, per cui la madre cerca di allontanare affettivamente il figlio dal padre, al quale impedisce con ogni mezzo di frequentarlo, tramite racconti falsi o alterati di tradimenti, percosse, minacce, insulti ecc., in modo da provocare nel figlio la paura e il rifiuto per la figura paterna. Naturalmente, l’alienazione parentale può avvenire anche al contrario: può essere l’uomo, cioè, a cercare di allontanare i figli dalla madre con le stesse modalità, ma, di fatto, è un fenomeno che riguarda principalmente il genitore affidatario che agisce ai danni del genitore con diritto di visita.
La violenza, dunque, non ha sesso ed è sempre violenza, sia che le vittime siano donne oppure uomini ed è figlia dei nostri pregiudizi e dei nostri stereotipi. Eradicare la cultura della violenza significa cercare noi per primi di guardare ai nostri pregiudizi e provare a ridimensionarli; significa prestare ascolto alla sofferenza e alla paura dell’altro; significa sospendere il giudizio e cercare di cogliere i segnali del dolore e della disperazione.
Educare i nostri figli alla non violenza significa anche non trasmettergli pregiudizi e stereotipi che ne potrebbero influenzare negativamente lo sviluppo psicoemotivo.
Riferimento sitografico:
https://www.osservatoriodiritti.it/2019/02/20/violenza-sugli-uomini/
Riferimento bibliografico:
Benedettelli, B. (2017). 50 sfumature di violenza: femminicidio e maschicidio in Italia, Cairo editore.
Per consulenze e appuntamenti:
cellulare: 328.7623328
e-mail: studio@barbaracalcinai.it
Immagini Pexels