La seduzione

… Gli sguardi si incrociano e si allacciano. È un istante, ma sembra sospendere il tempo e il mondo. Inizia così una danza fatta di ammiccamenti, strizzatine, sopracciglia che si alzano e poi si abbassano. È un linguaggio senza suoni, ma chiarissimo per i due che protagonisti, che lentamente fendono la folla e si avvicinano, magneticamente attirati l’uno verso l’altra da occhi così eloquenti. La notte finisce con loro due, soli, che si abbracciano sotto il cielo che scolora nell’alba.

… Quando le domandano cos’è la prima cosa che l’ha colpita di lui, lei risponde senza esitazione: «le mani». Ed è la verità. Quelle mani così eleganti, fini, aggraziate e curate hanno incatenato il suo sguardo già dal loro primo incontro. Disegnavano fantastici arabeschi nell’aria, quasi degli affreschi che coloravano il suo discorso. Era sicura di essersi innamorata di lui soprattutto a causa delle sue mani, che lei definiva “magiche”. L’avevano sedotta all’istante!

… Si sentiva completamente in balia dei suoi desideri e della sua volontà, un burattino nelle sue mani; un burattino a cui lei poteva far fare ciò che più le aggradava, in qualsiasi momento della giornata. Era una maga che aveva lanciato un irresistibile incantesimo su di lui. L’aveva sedotto subito: così bella e magnetica… l’aveva desiderata con tutte le sue forze dal primo momento in cui i loro destini si erano incrociati. 

La seduzione, croce e delizia di ogni rapporto umano, di ogni relazione… Erroneamente, le attribuiamo una valenza soltanto erotica, come se entrasse in gioco solamente tra due persone che si attraggono sessualmente a vicenda, ma in realtà è qualcosa che si insinua in tutte le relazioni. “Sedurre” dal latino se – ducere, significa letteralmente “condurre via da”, quindi, allontanare… allora perché si chiama seduzione quel gioco sottile per cui qualcuno ci attrae a sé? Se ci pensiamo bene, ciò che avviene con il gioco seduttivo è proprio questo attrarre verso di sé e, allo stesso tempo, allontanare la persona attratta da se stessa. Nella mitologia greca sono le Sirene le figure seduttive per eccellenza: con il loro bellissimo canto seducono e attraggono l’ignaro navigante che per, seguire quel suono incantevole, si getta in mare e muore affogato. Ulisse, per poter ascoltare il canto meraviglioso delle Sirene, si fa legare all’albero maestro dai suoi compagni di viaggio, ai quali fa tappare le orecchie, in modo che non siano in pericolo. Fin dall’antichità, quindi, sedurre qualcuno ha anche la valenza di “allontanare qualcuno dalla strada del bene” e indurlo in errore: pensiamo a Eva che seduce Adamo e lo induce con le sue lusinghe a mangiare il pomo dell’albero del bene e del male, o alle figure delle “streghe” medievali, per cui si riteneva che queste donne, in combutta con il diavolo, avessero il potere di far allontanare gli uomini che cadevano in loro potere dalla retta via. È vero che il “sedotto”, uomo o donna che sia, vive questa forte attrazione come se fosse esterna alla propria volontà, una sorta di calamita che lo/la spinge necessariamente verso un’altra persona e i suoi desideri, senza poter far niente per cambiare le cose, ma, molto, spesso, l’attrazione è reciproca. Succede nelle relazioni romantiche con una buona intesa sessuale, ma anche nelle amicizie più leali e fondate su una “simpatia a pelle”, per cui proviamo istintivamente il desiderio di legarci affettivamente a quella persona. Succede anche nei sodalizi creativi, per cui ci piace collaborare con una persona più che con altre e via dicendo. I leader sono spesso persone carismatiche capaci di attrarre a sé folle di persone e così lo sono attori, cantanti, ballerini, sportivi ecc. Fin qui, tutto bene: la seduzione fa parte del gioco dell’amore e dell’amicizia, della comunanza di intenti ecc., che è spesso reciproca e cementa affettivamente le relazioni sociali che intrecciamo; eppure… esiste anche un tipo di seduzione che è manipolativa. Quando accade? Tutte le volte che utilizziamo la nostra seduttività per far fare all’altro cose che non vorrebbe fare, che non sono in linea con la sua personalità, i suoi valori, le sue credenze ecc. La manipolazione è un’arte sottile e raffinata, in un certo senso, in cui alcuni individui “eccellono” più di altri, che, invece, sono più diretti e “trasparenti”. Se ci sentiamo manipolati da qualcuno: un partner, un genitore, un amico, un collega, questo va a scapito del nostro benessere psicoemotivo e dobbiamo imparare ad allontanarci, a mettere un freno a questi comportamenti che non ci fanno sentire in controllo della nostra vita. Come? Ripensando il nostro modo di porci in relazione, imparando a essere più assertivi e meno acquiescenti. Un percorso psicoterapeutico, in questo caso, può essere una valida modalità d’intervento.

Immagini Pexels

Per consulenze e appuntamenti:

cellulare: 328.7623328 

e-mail: studio@barbaracalcinai.it