Adolescenti confusi
… Il mondo adulto sembrava qualcosa d’incomprensibile, indecifrabile. Un susseguirsi di impegni, di ansia, di stress, di cose fatte in fretta e senza alcuna apparente soddisfazione… Si chiedeva spesso come sarebbe riuscita, un giorno, a far parte di quel caos che la intimidiva e di cui non comprendeva il senso. Lei aveva bisogno di tempo, di calma, di poter contemplare più opzioni di scelta, di soppesare i pro e i contro di tutto con i suoi amici, che avevano le sue stesse difficoltà e i suoi stessi timori. Gli adulti non capivano. Neanche quando ci provavano sul serio; gli si leggeva in faccia che, nonostante tutti i loro sforzi non riuscivano a comprendere e offrivano sempre consigli stonati, impossibili da mettere in pratica, proprio come se non avessero ascoltato nulla.
… Tutti gli adulti che conosceva, a partire dai suoi genitori per arrivare al suo allenatore, non facevano che parlare di rispetto: delle regole, dei valori, degli altri, della disciplina, degli animali, dell’ambiente. Rispetto di lì e rispetto di qui. Erano sempre parole bellissime e giuste… poi però, chissà perché, spesso facevano tutto il contrario, e allora i soldi balzavano al primo posto insieme al prestigio personale, l’apparenza finiva per contare più della sostanza, l’uguaglianza diventava un lontano miraggio e la lealtà un valore opzionale, a seconda della sua utilità. E allora, cosa pretendevano da loro? Che fossero perfetti anche in assenza di modelli credibili? Che risistemassero il mondo che le generazioni precedenti avevano incasinato?
Ogni generazione di adolescenti, da quando di adolescenza vera e propria siamo legittimati a parlare, ha avuto scontri e incomprensioni con le generazioni precedenti, soprattutto con quella dei propri genitori. Si tratta di qualcosa di “fisiologico”, nel senso che ricalca ciò che accade a livello ontogenetico: l’individuo in via di sviluppo si emancipa dalla propria famiglia di origine durante lunghi anni, spesso conflittuali, durante i quali ogni discussione accesa e poi ricomposte, serve a segnare un altro gradino nell’autonomia da raggiungere. Allo stesso modo, a livello generazionale, è ciò che succede negli scontri tra generazioni, i quali servono per segnare l’indipendenza della nuova generazione dalla precedente. Gli scontri possono essere anche molto accesi, pensiamo a quelli avviati dalla beat generation a metà degli Anni Sessanta del secolo scorso, che hanno poi portato a una nuova immagine del femminile, del disabile, dello straniero. Il gap con la generazione precedente fu molto ampio, quasi incommensurabile, ma necessario a un drastico cambio di rotta che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, non poteva più essere rimandato. Oggi cosa accade? Quali conflitti devono combattere gli odierni adolescenti nei confronti di Gen. X? La cosa che balza maggiormente allo sguardo è che il politically correct è diventato imperante in tutti i campi, pertanto, ciò che accade realmente è che gli adolescenti di oggi devono combattere contro il “comportamento scorretto” delle figure adulte di riferimento, più che contro gli ideali e i valori professati, accettati, invece, almeno all’apparenza, in generale. Invece di trovarsi in conflitto con una diversa visione del mondo, con valori e credo differenti, i giovani di oggi si trovano a dover discriminare tra i valori, altamente condivisibili, professati dagli adulti, e il loro comportamento spesso non in linea con quanto professato. Tutto ciò genera insicurezza e sfiducia perché i giovanissimi hanno bisogno di modelli solidi e coerenti con cui confrontarsi anche discutendo. Per costruirsi la propria indipendenza, anche di pensiero, rispetto al passato, hanno bisogno di capire in cosa la precedente generazione crede davvero e ritiene importante; pertanto, un comportamento ambiguo e contraddittorio non può che generare perplessità e confusione in chi sta cercando la propria strada con fatica e impegno. Ogni generazione va alla ricerca di un proprio senso e di un proprio significato da attribuire all’esistenza; per trovarne uno degno di impegno e dedizione, che permetta di informare di sé la vita individuale e collettiva, è importante potersi confrontare con gli altri “sensi” e “significati”trovati e portati avanti dalle generazioni precedenti. Gen. X, la generazione “sconosciuta” è stata in grado di trovare e profondere impegno nella ricerca di un senso della vita? Dovremmo sempre tenere a mente questa domanda quando ci rapportiamo a giovanissimi in qualità di genitori, di insegnanti, di tutor, di allenatori ecc. Riusciamo a essere coerenti con i nostri valori? Che modello di comportamento offriamo? Ciò che davvero serve all’adolescente per crescere e diventare un adulto responsabile, in grado di pensare con la propria testa, non è l’eliminazione di ogni frustrazione o l’appagamento di ogni desiderio (l’auto a diciotto anni, vestiti firmati, vacanze di lusso ecc.), ma la possibilità di confrontarsi con dei modelli adeguati, da cui magari poi prendere le distanze per differenza di vedute, ma percepiti come solidi e degni di rispetto.
Nel caso di manifeste difficoltà del giovane ad affrancarsi dalla famiglia di origine, è opportuno rivolgersi a un terapeuta familiare, per favorire l’autonomizzazione dell’individuo.
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