L’altra faccia della passione

… Deianira, figlia di Eneo, re di Calidone, e di Altea, era una bellissima principessa con uno stuolo di pretendenti che la desideravano anche per la sua straordinaria avvenenza. La fanciulla, però, ne temeva uno in particolare: il fiume Acheloo, che si presentava al suo cospetto in tre forme diverse: come un toro dalle forti corna, come un sibilante serpente o come un uomo dalla testa di bue stillante acqua. La principessa, atterrita dalle sembianze del fiume, aveva deciso che si sarebbe uccisa piuttosto che sposarlo. A salvarla dalla disperazione, giunse, infine, Eracle, eroe possente e glorioso, che sconfisse Acheloo e la sposò, conducendola poi con sé. Deianira ed Eracle ebbero molti figli, ma l’eroe di mille avventure era spesso lontano e in una delle sue peripezie s’invaghi di Iole, affascinante principessa d’Ecalia. Quando Deianira venne a sapere che il marito le preferiva un’altra donna e intendeva sposarla, ebbra di gelosia e di dolore, gli inviò come dono nuziale una camicia intessuta del sangue del centauro Chirone, convinta che avrebbe agito come un filtro d’amore e le avrebbe restituito l’amore del marito. La camicia, ahimè, era, invece, avvelenata ed Ercole morì tra atroci tormenti.

Come sempre i miti greci sono spunto di riflessione su molti aspetti delle passioni umane e il mito di Eracle e Deianira è uno dei più fecondi. Iniziamo con l’adolescente Deianira, bellissima ma impaurita dalla propria avvenenza che la “getta in pasto” ad agguerriti pretendenti, i quali la vedono più come un trofeo che come una futura sposa. Deianira ha paura soprattutto di Acheloo, che possiamo immaginare rappresenti tutti i turbamenti, i dubbi e i timori di una ragazza inesperta delle pratiche amatorie e inconsapevole dell’attrazione che può esercitare a livello sessuale su individui del sesso opposto. S’innamora poi di Eracle, eroe bello e potente, che la libera dalle sue paure rappresentate da Acheloo e che la sposa, coronando il suo sogno romantico di un amore passionale e totalizzante, idealizzato. Ma la sua storia d’amore non ha il lieto fine che la fanciulla si aspetta: Eracle, infatti, la lascia spesso sola, nonostante i numerosi figli che la coppia mette al mondo e, soprattutto, la tradisce, innamorandosi di un’altra giovane donna, come lei messa in “palio” dal padre tra vari pretendenti. Deianira, innamorata, gelosa e addolorata, sogna un modo di riportare a sé il marito fedifrago e si affida alla magia, che però sortirà effetti diametralmente opposti a quelli auspicati, finendo con l’uccidere l’amato. Deianira è una figura drammatica ma profondamente umana, che sperimenta anche l’altra faccia della passione, quella oscura e intrisa di gelosia e possesso: il suo amore giovanile e romantico si trasforma in un sentimento che arreca sofferenza e rabbia, senza accendere la scintilla della consapevolezza. Eracle, invece, rappresenta l’uomo coraggioso, bello ma superficiale nelle proprie passioni, che s’invaghisce della bellissima e giovane principessa, la sposa, costruisce con lei una famiglia ma poi se ne va, continuando le sue avventure e innamorandosi di un’altra donna, che desidera impalmare, incurante dei sentimenti della moglie che lo attende e dei figli avuti da lei. Eracle muore lamentandosi di morire per mano di una donna, a causa di un inganno, anche lui inconsapevole delle dinamiche che hanno portato allo snodarsi della tragica vicenda.

Che riflessioni possiamo ancora fare prendendo spunto da questo mito?

L’amore ha molti volti, alcuni bellissimi, altri più oscuri. La passione può accecare e trasformarsi in gelosia; può spegnersi e riaccendersi per un individuo che non fa parte della coppia iniziale. Ma, soprattutto, l’amore, per poter crescere, evolvere e arricchire la coppia ha bisogno di attenzioni, di essere coltivato con estrema cura, di ascolto (di sé e dell’altro), di consapevolezza. La passione, l’attrazione fisica, da sole non bastano a mantenere viva una relazione amorosa. Sembra un ossimoro, ma l’amore ha anche bisogno di equilibrio, un equilibrio che cambia nel tempo e che va sempre ricercato, restando in ascolto delle trasformazioni dei membri della coppia e della coppia stessa. Quando la gelosia prende il sopravvento, si è come “accecati” dalla sua veemenza e ci fa perdere il contatto con ciò che è meglio per noi (Deianira ha davvero bisogno di un uomo come Eracle, che la lascia sola e non si prende più cura di lei e dei figli?). Soccombere alle passioni fugaci e momentanee spesso non porta niente di buono (Eracle è mai stato realmente innamorato o si è fatto irretire dalla sua stessa attrazione fisica verso le donne belle e giovani? Desiderava davvero crearsi una famiglia?).

L’amore, per superare la prova del tempo, ha bisogno di impegno costante.

Riferimento bibliografico:

Giuseppe Zanetti (a cura di), Miti greci, Milano, Bur, 2018.

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