La Mediazione Familiare: trasformare il divorzio in un’opportunità

… Sforzi per ricomporre i dissidi ne erano stati fatti molti, ma non erano serviti a mantenere quell’unità familiare, quella coesione che per tanti anni era stata alla base della loro coppia e della loro famiglia. Per il bene di tutti non restava che la via della separazione. Ma come dirlo ai figli ancora troppo giovani per comprendere a fondo che a volte l’amore si appanna ed è necessario un nuovo inizio? Come ripristinare una sorta di normalità che garantisse a tutti loro di poter essere sereni? Forse la Mediazione Familiare poteva essere un intervento efficace.

La parola “mediazione”, che deriva dal termine tardo latino mediatio, che aveva il significato di “stare in mezzo”; “essere interposto”; “essere tra due cose”, mantiene ancora oggi il senso ampio e variegato che riconduce alla ricomposizione di conflitti o di vertenze in vari ambiti (civile, commerciale, scolastico, professionale, aziendale ecc.).

Con l’espressione “Mediazione Familiare” si intende, in maniera più specifica: «un processo collaborativo di risoluzione del conflitto» (Kruk, 1997), in cui due o più persone all’interno dello stesso nucleo familiare che hanno interessi diversi, sono facilitate negli scambi comunicativi da uno o più terzi super partes, i mediatori, appunto, per ricomporre il conflitto che è scoppiato tra loro, ricercando attivamente una soluzione condivisa e accettabile per tutte le parti al problema che ha fatto scaturire il conflitto stesso. La Mediazione Familiare è, dunque, una “negoziazione assistita” e il suo scopo ultimo è la conciliazione tra le parti in lite. In altre parole, si tratta di un intervento professionale che si rivolge alle coppie e alle famiglie al fine di riorganizzarne le relazioni in vista o in seguito a una separazione, un divorzio o durante una fase di transizione e di cambiamento significativo all’interno del sistema familiare. È un intervento utile ed efficace soprattutto se la coppia in via di separazione ha figli piccoli di cui va riorganizzata la routine quotidiana. Uno degli obiettivi principali della mediazione familiare, infatti, è proprio il raggiungimento della cogenitorialità o anche bigenitorialità da parte degli ex partner, locuzione con cui s’intende la tutela della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, soprattutto se essi non hanno ancora compiuto la maggiore età. Attraverso il percorso di mediazione si cerca di riavviare il dialogo tra le parti in conflitto, in modo da poter raggiungere un obiettivo concreto e specifico stabilito inizialmente che non penalizzi nessuna delle parti coinvolte. L’obiettivo finale viene dell’intervento viene raggiunto quando tutte le parti hanno creativamente sviluppato ed espresso la propria capacità decisionale in maniera attiva e responsabile, ma tenendo conti degli interessi di tutti gli attori coinvolti.

Chi è il Mediatore Familiare e quali tecniche utilizza?

Il mediatore familiare è un terzo imparziale (avvocato o psicologo) accuratamente formato e qualificato per la gestione dei conflitti. Non giudizio e neutralità sono le sue caratteristiche di base. Il mediatore deve saper spiegare e far rispettare efficacemente le regole del processo di mediazione, nonché il rispetto dei turni di parola a coloro che affrontano il percorso. Utilizza l’empatia e l’ascolto attivo; un linguaggio semplice e chiaro, che possa essere immediatamente compreso da tutti. Come professionista formato in ambito relazionale, è in grado di utilizzare tutte quelle tecniche della domanda che favoriscono il confronto collaborativo. Il Mediatore Familiare si mantiene in uno stato di neutralità tra le parti e favorisce l’instaurarsi di un clima disteso che apre al dialogo. 

Cosa si intende per co-genitorialità?

In Mediazione si intende il diritto dei figli della coppia a mantenere anche dopo l’avvenuta separazione o il divorzio un rapporto continuo e sereno con entrambe le figure genitoriali. È, quindi, un diritto dei figli minori che entrambi i genitori si interessino attivamente alla loro educazione e prendano parte a tutte le decisioni importanti che li riguardano, così come alla loro quotidianità. Co-genitorialità significa, perciò, che la coppia genitoriale sopravvive alla coppia coniugale, che invece non esiste più.

La Mediazione Familiare non è una terapia di coppia e l’intento non è quello di ricomporre la coppia coniugale.

Quante sono le fasi di un percorso di Mediazione Familiare?

Il percorso è breve e ha una durata di 10/12 incontri con cadenza quindicinale, della durata di un’ora ciascuno. Le fasi sono 3:

  1. fase della valutazione e della pre-mediazione (1-3 incontri): si raccolgono le informazioni, indispensabili anche per capire se effettivamente il conflitto è mediabile. In questa prima fase si ricercano gli obiettivi concreti da raggiungere, mentre si esplorano i modi di comunicare di ciascuno e le disponibilità. 
  2. fase della negoziazione (6-8 incontri): Nella seconda fase si pone l’attenzione alle richieste, ai limiti e alle libertà che i due membri della coppia ritengono accettabili. All’inizio di ogni nuovo incontro il mediatore riassume gli argomenti già affrontati nel precedente, per riannodare i fili del processo di mediazione. 
  3. Fase degli accordi (2 incontri): Nella fase finale si stende un contratto che riporta gli obiettivi raggiunti e che devono essere implementati nella vita quotidiana. Per facilitare l’implementazione degli accordi raggiunti si possono definire tappe, confini e modalità.

Lo Schicco di Grano APS, di cui sono fondatrice e Presidente, offre ai propri soci percorsi di Mediazione Familiare ; per informazioni scrivere a:

associazioneloschiccodigrano@gmail.com

Se la coppia in conflitto non cerca la separazione, ma desidera esplorare la possibilità di rimanere insieme, può essere efficace una terapia di coppia con un professionista adeguatamente formato. Come Psicologa – psicoterapeuta a indirizzo sistemico – familiare, mi occupo da anni di percorsi di coppia e relazioni disfunzionali. Per maggiori informazioni o per fissare un appuntamento:

studio@barbaracalcinai.it 

Riferimento bibliografico:

Kruk, E. (1997), Mediation and Conflict Resolution in Social Work and the Human services. Chicago, IL: Nelson – Hall.

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