“La motivazione al cambiamento dipende dalla capacità di accorgersi, fino in fondo, degli aspetti negativi della condizione in cui si è”
Cosa spinge una persona a chiedere aiuto ad un professionista ?
Sicuramente il soddisfacimento di alcuni bisogni fondamentali gioca un ruolo determinante: come il bisogno di essere aiutati per superare momenti disfunzionali e situazioni difficili, oppure la necessità di essere ascoltati, compresi e non giudicati.
Il livello di convinzione con cui ci si puo’ rivolgere ad un professionista varia, in base al momento ed in base ai sentimenti provati, per così dire in base a quanto è ancora tollerabile il disagio provato. In altri casi le persone sono spinte da parenti e genitori oppure provengono da fallimenti pregressi in altri campi.
Una motivazione fondamentale per iniziare il percorso consiste nell’aver speranza e fiducia di poter alleviare i sintomi del disagio provato e risolvere i problemi .
La motivazione , da un punto di vista psicologico è l’insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che spingono il comportamento di un individuo verso una data meta; secondo questa interpretazione ogni atto privo di motivazione rischia di fallire. La motivazione a scegliere, a fare, ad agire è un processo complesso formato da molte variabili. La motivazione al sostegno richiesto può essere valutata osservando quanta energia, quanto impegno e coinvolgimento investe la persona nella relazione con il professionista.
Quando siamo pronti al cambiamento ?
Un cambiamento “costa” in termini di energia psichica e di instabilità momentanea di tutto il sistema di riferimento, e quindi avviene solo in caso di necessità;
ci sono, per così dire, anche “presupposti” che giustificano e motivano, facilitandolo, questo cambiamento.
Può trattarsi di una causa esterna, proveniente dall’ambiente circostante, di un’esigenza di nuovo adattamento che preme dall’esterno; o può trattarsi del bisogno di una nuova ecologia interna, di nuove richieste che esigono di essere soddisfatte e necessitano di trovare nuove giustificazioni.
Secondo il Modello Transteoretico di Cambiamento (TTM) di Carlo DiClemente e James Prochaska (1982), gli stadi del cambiamento, possono essere sintetizzati come segue:
– Precontemplazione: il soggetto, in questa fase, non ritiene di dover modificare il proprio comportamento in quanto non lo vede come un problema. Si lavora, quindi, per accrescere la consapevolezza del soggetto e le informazioni sul problema nonché aumentare le possibilità di cambiamento.
– Contemplazione: qui il soggetto è parzialmente consapevole del proprio problema; da un lato prende in considerazione il cambiamento, dall’altro lo rifiuta. La motivazione al cambiamento non coincide, infatti, con l’impegno in tal direzione. Si lavora, quindi, per valutare l’ambivalenza della situazione e considerare la progettualità esistente.
– Determinazione: il soggetto giunge a tale stadio quando decide di porre fine al proprio comportamento problematico. Si interviene, allora, per trovare strategie comportamentali adeguate, percorribili, appropriate e rivalutare le intenzioni espresse.
– Azione: rappresenta l’insieme di attività messe in atto dall’utente al fine di modificare il proprio comportamento. Si tenta, quindi, di promuovere una nuova esperienza, mettere meglio a fuoco gli obiettivi e realizzare un programma che rispetti il più possibile gli intenti del singolo.
– Mantenimento e ricaduta: si stabilizza il nuovo comportamento e la minaccia di ricaduta diminuisce progressivamente. Si lavora per: accrescere capacità di problem-solving, lavorare sull’irrazionalità di pensieri svalutativi, imparare a vedere la ricaduta come ostacolo prevedibile e gestibile.
“Una relazione di -aiuto– potrebbe essere definita come una situazione in cui uno dei partecipanti cerca di favorire, in una o in ambedue le parti, una valorizzazione maggiore delle risorse personali del soggetto ed una maggiore possibilità di espressione” Carl Rogers.