Il rendimento scolastico è un tema sul quale i  genitori e figli spesso sono in conflitto e  serve ad illustrare come il fatto di vedere le cose da due prospettive diverse possa essere di ostacolo nel rapporto tra i due.  Il genitore si preoccupa per il rendimento scolastico del figlio, è in apprensione per il suo futuro;  per un bambino invece,  l’idea di  futuro vuol dire domani. Tra oggi ed il  giorno in cui  finirà gli  studi c’è un‘eternità, indefinibile e inimmaginabile per lui. Dobbiamo dare importanza al presente. In una relazione che funziona, il  figlio deve percepire la vicinanza e  l’interessamento dei propri genitori, preferibilmente sentire un interessamento quotidiano, per quello che avviene ogni giorno.  Una relazione positiva e un  atteggiamento di apertura verso la cultura, sono fondamentali anche per la buona riuscita scolastica. I genitori ne sono l’esempio.

Il  bambino ha il  desiderio di accedere alle cose che per i genitori sono importanti, vuole anche compiacerli,  avere e  ricevere approvazione, subito, ora, adesso. Il successo scolastico gli permette di   ottenere tutte queste attenzioni. Il bambino  che ha un buon rendimento riceve molte ricompense da parte degli adulti , è felice  del suo successo. Un bambino invece  che non ha buoni risultati, vive il  suo fallimento e se questo avviene  devono esserci  motivi importanti che  sono più pressanti del desiderio di ottenere tutte quelle gratificazioni che di solito il bambino a scuola ottiene. Se i  genitori si  sforzassero  di vedere la prospettiva dal punto di vista del bambino, il conflitto si risolverebbe ed il genitore saprebbe come indurre il proprio figlio a  modificare il suo comportamento. Soprattutto,  quando il cambiamento avviene all’improvviso, diventa utile che un genitore si ponga degli interrogativi;  legga la propria realtà sulla base anche degli eventi che sono avvenuti nella vita di tutti giorni, nella famiglia, nelle relazioni,; per comprendere la connessione tra i comportamenti. Spesso i figli vogliono le stesse cose dei genitori, i bambini sono fortemente attaccati alla relazione con loro  e  reagiscono ai comportamenti degli adulti, all’inconscio del genitore.  “Nel mondo infantile, dove il sole sorge e tramonta in virtù del padre e  della madre, dove non c’è nulla che sembra impossibile per loro,  quella che noi  chiameremmo realtà oggettiva conta ben poco.”

Come  esempio possiamo citare il caso  di una bambina, che avendo avuto  sempre  voti nella media , improvvisamente incominciò a prendere insufficienze in tutto.  I genitori  preoccupati si sono rivolti ad uno psicologo.   L’insuccesso scolastico  non è stato solo  una reazione alla separazione   avvenuta tra i suoi genitori,  pochi mesi prima,  ma anche la  manifestazione di altri processi  le cui  radici originavano    in esperienze precedenti ,  nelle relazioni in famiglia. La bambina non  consapevole di tutte queste motivazioni  era nell’incapacità di farsi capire dalla propria madre e  anche nel non poter esprimere queste sue considerazioni.

La via di uscita non è indurre nostro figlio ad ubbidirci, anche se nell’immediato possiamo ottenere quello che noi vogliamo, ma lo  facciamo attraverso la sconfitta, ed è negativo per la fiducia in se stesso. Visto  che i bambini non riescono a vedere oltre il presente, sono  i genitori che devono trovare una soluzione, che renda giustizia nei limiti del possibile, ai due punti di vista. Questo sarebbe facile se non ci fosse un coinvolgimento emotivo, ma se riuscissimo ad essere razionali ed abbandonare temporaneamente il nostro schema di riferimento, per entrare nel loro , riusciremo a comprendere il messaggio che ci stanno  comunicando i nostri figli.

 

” Un genitore quasi perfetto ” Bruno Bettelheim , Feltrinelli