August blues
… Il caldo, il sole, il mare o la montagna, tutti che si affrettavano a preparare le valigie per scappare dalle città infuocate e godersi il meritato riposo dal lavoro, dalla scuola, dalla solita noiosa ma assillante routine… Poi c’era lui, che le vacanze non riusciva a godersele mai. Che si sentiva in colpa per non fare niente quando in realtà in ufficio avrebbe avuto un mucchio di cose da fare; che sentiva la malinconia assalirlo appena si prospettavano le ferie; che gli sembrava di non concludere nulla quando era in vacanza. Che si annoiava senza lavorare e se ne rimaneva lì, con i suoi pensieri un po’ confusi che non portavano a nulla di concreto. Ogni tanto gli tornavano alla mente sprazzi delle gioiose estati di quando era bambino e tutto sembrava ammantato d’incanto e allora sì che la nostalgia la faceva da padrona! Possibile che tutto fosse cambiato?
Non tutti amano le ferie estive, l’atmosfera da dolce far nulla e l’allegria, l’aspettativa di riposo che si portano dietro. Il tempo dedicato al rigenerarsi dalle fatiche dell’inverno, lavorative, scolastiche o familiari che siano, per alcune persone è fonte di ansia, malinconia, irritazione e nervosismo. Si aspetta con trepidazione il rientro a lavoro e ci si sente in colpa per non aver “prodotto” niente durante la pausa estiva, che ci sembra in qualche modo di aver “sprecato”. Lo psichiatra Stephen J. Ferrando hachiamato questo fenomeno August blues, con un’espressione suggestiva e sintetica che rimanda immediatamente a un senso di malinconia e nostalgia non ben definite e difficilmente esprimibili a parole. Avere il blues, appunto, provare irrequietezza, tristezza e inquietudine tutto in una volta senza un apparente motivo. Sentirsi stranamente malinconici e frustrati quando tutti intorno a noi sembrano freneticamente allegri, felici e desiderosi di stare con gli altri anche senza far nulla, solo per il gusto di stare insieme, può essere alienante e realmente doloroso per l’individuo in preda a uno stato d’animo negativo che non sa nemmeno ben spiegarsi, soprattutto in una società come la nostra, che ha trasformato le ferie in qualcosa di irrinunciabile.
Perché alcune persone non riescono a godersi la meritata pausa estiva?
Ci possono essere più motivazioni e, naturalmente, generalizzare è sempre semplificare qualcosa che, invece, può essere molto complesso e personale, proviamo comunque a fornire una panoramica indicativa: la prima ragione è legata a non avere intorno una famiglia o amici intimi con cui condividere le vacanze: non tutti, infatti, riescono a viaggiare da soli o ad apprezzare una vacanza al mare o in montagna senza qualcuno con cui poter condividere esperienze, sensazioni ecc. A chi si ritrova solo può accadere che questo periodo dell’anno può diventare occasione di rimuginazioni nostalgiche e malinconiche che possono acuire in modo piuttosto doloroso il senso di solitudine provato. Un’altra ragione che può indurre le persone a sentirsi frustrate o irritabili durante il periodo estivo può essere data dal fatto che si è in qualche modo “obbligati” a “divertissi a tutti i costi”: cene, aperitivi, concerti, serate in discoteca, sembrano un must irrinunciabile che però può mettere a disagio i più timidi e riservati che non amano la confusione. Una delle motivazioni più comuni, però, per non amare le ferie estive è l’incapacità di molte persone di “rallentare”, di “sospendere” per il periodo delle ferie le questioni lavorative, le preoccupazioni, i progetti, insomma, tutto quello che rientra nella normale routine quotidiana. Ecco che allora ci si sente in colpa per non aver “fatto”, per essersi soltanto riposati o per essersi divertiti per qualche giorno. Inoltre, se non è soddisfatti della propria vita, un lungo periodo in cui si ha meno cose che ci tengono occupati può far riaffiorare pensieri di insoddisfazione e frustrazione. Ma anche per chi desidera riposarsi e divertirsi e aspetta le ferie con trepidazione, può essere difficile “staccare” dal lavoro: spesso ci vuole qualche giorno per “accomodanti” al ritmo lento dell’estate.Chi non dispone di molti soldi da spendere per organizzare le ferie puo’ sentirsi sopraffatto dall’ansia di non riuscire a offrire alla propria famiglia una vacanza “alla moda” con albergo dotato di tutti i comfort, animazione ecc.
Ciò che accade è che si viene a perdere il motivo vero per cui abbiamo bisogno di una “vacanza” e che è staccare da tutto, ricuperare le energie spese nei mesi invernali, dedicarci a quello che ci piace e ricentrarci su noi stessi. Possiamo provare a farlo un po’ per volta, allenandoci a “staccare” e a tornare in contatto con la nostra parte più profonda, provando a non sentirci colpevoli per questo, ma grati di poterlo fare.
… E se non riesco proprio a godermi i giorni di riposo e inattività perché penso sempre a tutte quelle cose della mia vita che non mi piacciono?
Forse è giunto il momento di accogliere questo senso di frustrazione e provare a capire cosa davvero non va e cosa vorremmo cambiare. Un percorso di sostegno psicologico può essere di aiuto.
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