L’autolesionismo
Al primo impatto sembra impossibile che qualcuno possa desiderare di farsi del male deliberatamente.
Qual è allora il processo che sottende a questo meccanismo?
Dare una risposta certa e univoca è difficile. Intanto, possiamo dire che quando l’atto autolesivo diventa cronico , possiamo notare che esistono dei fattori scatenanti (i cosiddetti triggers) e possiamo cercare di impedire che il gesto si ripeta ( fattori di rischio )
Si tratta di un fenomeno molto diffuso tra gli adolescenti, ma perché?
Gli adolescenti si ritrovano a dover assolvere a più compiti evolutivi e a cercare di raggiungere più obiettivi nello stesso tempo, inoltre devono gestire i rapporti familiari, la scuola ed il gruppo dei pari … Tutto questo può essere fonte stress e disagio.
I cambiamenti dell ‘adolescenza possono far nascere un tipo di insicurezza che dovrebbe concludersi con il prendersi cura di sé , questo, però, nei ragazzi che praticano autolesionismo non avviene . A questo comportamento maladattivo concorrono anche altri fattori, quali abuso di droghe e alcool , disturbi psichiatrici , esperienze traumatiche pregresse, ecc .
Quali funzioni allora svolge questo fenomeno? L’autolesionismo serve a rispondere ad un disagio interiore. La probabilità che il gesto si ripeta e si stabilizzi , dipende dall’effetto che il ragazzo ottiene facendosi del male (distensione , affermazione di sé, punizione, isolamento ) in generale serve comunque a ridurre (apparentemente) stati d’animo negativi e intollerabili.
Che fare? Come uscirne? Chiedere aiuto a un professionista di fiducia può essere la soluzione migliore per l’individuo e la famiglia; attraverso un lavoro a 360 gradi che aiuti l’adolescente , i genitori e che migliori le loro relazioni .
Per consulenze 328 7623328