Autolesionismo non suicidario in adolescenza
 E’ definito come ” danno deliberato e autoinflitto al proprio corpo senza intento suicidario e per scopi non socialmente accettati” (International Society for the Study of Self Injury, 2018)
E’ un disturbo che colpisce il 15 % degli adolescenti, in alcuni casi, puo’ essere associato a disturbi di personalità. L’età di esordio oscilla tra i 12 e i 14 anni. E’ piu’ frequente nelle femmine rispetto ai maschi.
Comportamenti Autolesionistici possono comprendere tagli piu’ o meno superficiali, graffi, bruciature , sfregamenti ripetuti sulla pelle con oggetti ecc .
Spesso è associato ad altri comportamenti disfunzionali, come:
basso rendimento scolastico, isolamento, difficoltà relazionali e familiari, stress ed ansia.
Affinchè possa essere diagnosticato, il DSM V, individua alcuni criteri che devono essere presenti per piu’ tempo
I vissuti del ragazzo possono essere diversi tra di loro, cosi come le cause.
In alcuni casi , l’autolesionismo puo’ essere una strategia disfunzionale per fronteggiare gli eventi emotivamente intensi, quelli che richiedono un controllo emotivo . ” Occupandosi del dolore fisico si sposta l’attenzione dal dolore emotivo che risulta troppo intenso per poter essere gestito ” . Nel tempo puo’ causare sensi di colpa e vergogna e spesso i tagli vengono nascosti con abiti lunghi , anche nei periodi estivi
Secondo altri autori, puo’ essere un modo per comunicare il disagio agli altri, soprattutto ai propri familiari . Un modo di urlare il proprio dolore e chiedere aiuto agli altri.
Alcuni fattori di rischio sono prettamente individuali, come ad esempio la presenza di disturbi mentali, altri sono sociali .
Eventi stressanti
Situazione di abuso
Bullismo e Violenze in genere
Ciberbulismo
Attraverso opportune terapie è possibile uscirne , l’importante , per i genitori è accorgersi del disagio ed accogliere il comportamento disfunzionale , spesso basta sentirsi ascoltati e visti per stare meglio .
 
l sintomo che significa circostanza , infatti, ha la funzione di segnalare un’anomalia, una disfunzione di un apparato o di un insieme di apparati. Il sintomo, in psicologia, assume varie forme di comunicazione leggibili mediante specifici codici di lettura. E’ un messaggio, codificato in un linguaggio che il professionista può’ leggere ma che può’ sfuggire sia a colui che lo manifesta sia a coloro che lo osservano.
 
Si tratta di un messaggio in codice che spesso resta inascoltato ma che invece è nato per comunicare e la sua valenza, la sua forza, la sua capacità energetica non può’ essere stabilita a priori ma deve essere inserita all’interno di un percorso, individuale e familiare per liberarsene e stare bene