Spesso i genitori si rivolgono ai professionisti pensando che sia soltanto il loro figlio ad avere un problema nella condotta: infatti, non obbedisce alle regole, è iper stimolato, ha scarsa attenzione ecc. In realtà sia in Italia che nel resto del mondo questo è un problema abbastanza diffuso tra le famiglie . Saranno bambini che avranno delle difficoltà nell’ ambientarsi e nel relazionarsi con gli altri . La ripercussione piu’ importante si avrà però nella relazione con i genitori; si sentiranno arresi, impotenti , considerandosi il problema del comportamento del loro figlio. Frequentemente i genitori pensano che il loro figlio abbia un disturbo inerente la condotta – Disturbo Oppositivo Provocatorio . https://www.barbaracalcinai.it/dop-disturbo-oppositivo-provocatorio-nellinfanzia/.
Il DOP ha però dei sintomi bene precisi che devono essere presenti e perdurare per alcuni mesi.
Nella maggioranza dei casi i figli sono semplicemente disobbedienti. Non amano i “No” , non accettano le regole e mettono in difficoltà il genitore . In tal caso occorre lavorare insieme ai genitori sull’importanza dei limiti e delle regole . Le regole servono e devono esserci , in misura adeguata affinché il bambino possa sviluppare autonomia e sicurezza. Gli eccessi nei limiti gli impongono di non tentare , nel non sperimentarsi; per contro l’assenza di regole e di limiti invece , gli impedisce di interiorizzare i confini tra cio’ che è permesso fare e cio’ che non lo è.
Le regole, riducono il caos presente nell’ambiente e forniscono sicurezza. Consentono un adattamento alla vita sociale e permettono lo sviluppo delle relazioni, perché definiscono il rispetto . Acquisire le regole, quindi, significa diventare delle persone concrete, positive e sviluppare una sensazione di sicurezza.
L’attenzione di noi adulti, quindi, potrebbe essere posta nel tentativo di avere dei limiti che riguardino la sostanza e non la forma.
Quando preoccuparsi e rivolgersi ad un professionista ?
Se questi comportamenti sono abbastanza recenti non è il caso di preoccuparsi . La chiave di lettura è quindi la durata di un comportamento . I bambini possono avere delle reazioni evidenti anche a causa di un evento stressante ( separazione, lutto di un genitore, trasferimento in altra città ecc). Il comportamento di sfida e di rabbia potrebbe essere la reazione ad un evento traumatico. Generalmente dovrebbe durare meno di sei mesi. In alcuni casi atteggiamenti oppositivi potrebbero essere il segnale del disturbo dell’attenzione (ADHD)
Cosa influisce sul comportamento del bambino ?
Secondo Russel A Barkley , Christine Benton e G. Daffi, in ” Mio figlio è impossibile . Come migliorare i comportamenti oppositivi del Bambino” i fattori che incidono sono :
- temperamento del bambino e componente emozionale di rabbia e frustrazione
- storia della relazioni genitori e figli : la modalità con cui la famiglia ma sopratutto le madri sono e sono state in relazione con i figli, in termini di attaccamento sicuro, insicuro, ambivalente
- la personalità, il carattere dei genitori : malattie, depressioni, utilizzo di droghe, alcol sono tutti fattori che influenzano negativamente la capacità del genitore di vedere e soddisfare realmente i bisogni del figlio.
- Eventi che influenzano la famiglia : malattie, lutti, perdite di lavoro ecc
Su cosa possiamo lavorare ?
Sulla relazione genitori bambino . La famiglia è un grandissima risorsa per il benessere dei propri figli . Le interazioni ” sbagliate ” tra genitori e figli insegnano a quest’ultimi ad utilizzare la rabbia e le emozioni negative come ricatto per fare quello che desiderano.
Secondo gli autori , gli errori piu’ comuni sono :
- prestare un ‘attenzione sbagliata , incoraggiando un atteggiamento oppositivo
- utilizzare un approccio incoerente induce il bambino a ricercare la prevedibilità , anche se è sbagliata
- mostrare un punto di rottura ( il capriccio ogni tanto funziona per ottenere quello che voglio ) si rinforza un comportamento sbagliato
E se il bambino dice no , come vi comportate ?
In parte tratto da Russel A Barkley , Christine Benton e G. Daffi, in ” Mio figlio è impossibile . Come migliorare i comportamenti oppositivi del Bambino