Christmas blues

Luci, addobbi, canzoncine natalizie che fuoriuscivano da tutti i negozi dalle vetrine vestite a festa, la gente tutta presa dagli acquisti, con le braccia cariche di pacchi e pacchetti, buste e bustine, gli davano ormai da molto tempo un profondo senso di tristezza, di ansia. Quando era bambino aveva amato il Natale, con la sua atmosfera di trepidante attesa, ma da quando era diventato adulto la magia non la sentiva più e al suo posto gli s’insinuava nell’anima una strisciante malinconia che non gli permetteva di godersi niente di quei giorni festivi. Ormai temeva l’arrivo del periodo natalizio! Cercava di lavorare il più possibile e di tenersi occupato per non dover pensare al tempo che era stato e che non era più…

Non tutti amano il Natale, la sua atmosfera e l’allegria che si porta dietro. Il tempo della magia, dei doni e della socialità, per alcune persone è fonte di ansia, tristezza, irritazione e nervosismo. Gli americani chiamano questo fenomeno Christmas blues, un’espressione suggestiva che rimanda al senso di quieta disperazione degli schiavi nelle piantagioni, che per fronteggiare la loro difficilissima condizione si rifugiavano nella musica. Blues, appunto. Sentirsi tristi a Natale quando tutti ostentano allegria, felicità e voglia di stare con gli altri può essere alienante e realmente doloroso per l’individuo in preda a uno stato d’animo negativo che non sa nemmeno ben spiegarsi, soprattutto in una società come la nostra, che ha trasformato una festività religiosa in un’occasione di allegria a tutti i costi e acquisti sfrenati.

Perché alcune persone si sentono profondamente infelici durante il periodo natalizio?

Le motivazioni possono essere le più svariate: la prima è legata alla perdita delle persone care. Il Natale è tradizionalmente la festa della famiglia e il periodo delle festività che si susseguono dalla Vigilia all’Epifania sono scandite da aperitivi, cenoni, pranzi, feste e ritrovi a casa di parenti e amici; se si è perduto i parenti più stretti o non si può contare su una solida rete amicale, questo periodo dell’anno può diventare occasione di rimuginazioni nostalgiche e malinconiche che possono acuire in modo piuttosto doloroso il senso di solitudine provato da chi non ha famiglia o amici con cui trascorrere le feste. Un’altra ragione che può indurre le persone a sentirsi depresse o irritabili durante il periodo natalizio può essere data dal fatto che si è in qualche modo “obbligati” a cenoni e pranzi familiari in cui non ci si sente a nostro agio perché in famiglia sono ancora presenti conflitti irrisolti o dinamiche complesse che, quando siamo tutti insieme, possono nuovamente “scoppiare”. Alcune persone, invece, non amano il periodo natalizio perché le feste sono giorni di “riposo” in cui non si va a lavorare, pertanto, se non si ha niente da fare è comune che riaffiorino pensieri di insoddisfazione e frustrazione legati alla nostra vita personale, se non si è soddisfatti di essa. Chi non dispone di molti soldi da spendere in cibo e regali può sentirsi sopraffatto dall’ansia di dover acquistare “per forza”, per fare “bella figura” con familiari e amici, mentre chi ha troppe aspettative (“quest’anno voglio che le feste siano davvero indimenticabili”; “a Natale uscirò con gli amici e mi divertirò un sacco”; “finalmente un po’ di stacco dal lavoro! Cosa potrà andare storto?”), solitamente si ritrova deluso al termine del periodo festivo.

Che fare? Come combattere il Christmas Blues per non esserne travolti e soffocati?

Tenendo in considerazione che non tutte le strategie funzionano allo stesso modo per tutti, è buona regola, sia che siano negative, sia che siano positive, ridimensionare le aspettative che abbiamo su questo particolare periodo dell’anno. Cerchiamo di applicare la “sospensione del giudizio” e restiamo in attesa di quello che verrà, pronti a coglierne i lati positivi se ce ne saranno. In caso di forte malinconia e nostalgia per coloro che non sono più tra noi a festeggiare, cerchiamo di concentrarci su chi c’è ancora, altrimenti corriamo il rischio di perderci occasioni preziose di vicinanza ad altre persone significative. Cerchiamo anche di cambiare prospettiva sulle “feste comandate”: non siamo obbligati a partecipare a tutte le occasioni mondane e a tutti i pranzi e cene familiari a cui siamo invitati. Sviluppiamo la nostra assertività e impariamo a dire “no” a ciò che proprio non fa per noi. E per quanto riguarda i regali da acquistare, proviamo a scuoterci di dosso il giogo del consumismo senza freni: un piccolo dono, se davvero pensato per la persona che lo riceverà avrà più valore di un anonimo regalo costoso, fatto soltanto “perché si deve fare”.

… E se non riesco proprio a godermi i giorni di riposo e inattività perché penso sempre a tutte quelle cose della mia vita che non mi piacciono?

Forse è giunto il momento di accogliere questo senso di frustrazione e provare a capire cosa davvero non va e cosa vorremmo cambiare. Un percorso di sostegno psicologico può essere di aiuto.

Per consulenze e appuntamenti:

cellulare: 328.7623328

e-mail: studio@barbaracalcinai.it

immagini Pexels