Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Che cosa è il DOC o Disturbo Ossessivo-Compulsivo?
Si tratta di un disturbo che afferisce alla sfera dei disturbi d’ansia, anche se il DSM-5 gli ha dedicato un capitolo a parte insieme ad alcuni altri disturbi che con esso correlano.
A livello eziopatogenico, le persone che soffrono di Disturbo Ossessivo-Compulsivo potrebbero avere il circuito fronto-striato-talamico-frontale iperattivo e soffrire di anomalie a livello di trasmissione della serotonina (Dèttore, 2003).
I sintomi principali del DOC sono le ossessioni, definite come pensieri o immagini egodistonici di tipo intrusivo, invasivo, non voluto, ricorrente e insistente e le compulsioni, cioè comportamenti attuati o pensieri formulati con l’intento di trovare sollievo ai propri pensieri ricorsivi e incontrollabili. I pensieri ossessivi provocano grande sofferenza all’individuo, che è consapevole della loro bizzarria e che cerca di resistergli pur non riuscendoci. Di norma l’individuo è consapevole che si tratta di pensieri irrazionali ed eccessivi ma non è in grado di contrastarli con efficacia e questo gli provoca grande sofferenza. Le ossessioni si presentano in genere con contenuti che sono vissuti dal soggetto come minacciosi e ansiogeni (paura di ammalarsi, di infettarsi, di provocare un danno o la morte a qualcuno, paura di essere persone indegne, di essere blasfemi ecc.) e sono persistenti, affacciandosi alla mente in maniera spontanea e repentina ripetutamente durante la giornata. I contenuti delle ossessioni possono essere di diverso tipo: da quelli legati alla paura della contaminazione e dei germi a quelli legati al bisogno di controllo (paura di aver lasciato il gas o la luce accesi, paura di aver lasciato aperto il rubinetto dell’acqua ecc.), a quelli legati al bisogno eccessivo di simmetria e ordine, fino ad arrivare alle immagini blasfeme o ai pensieri offensivi indirizzati agli altri significativi. Le azioni compulsive, invece, assomigliano a dei veri e propri rituali di tipo superstizioso che l’individuo effettua per contrastare le sue ossessioni e che vengono ripetute più volte al giorno, sempre nello stesso identico modo, al fine di scongiurare accadimenti che provocano ansia (un danno o una malattia a una persona cara, un evento catastrofico ecc.). Generalmente il disturbo si manifesta con ossessioni e compulsioni, ma alcune persone soffrono soltanto di pensieri ossessivi o, ancora più raramente, soltanto di compulsioni. Nel DOC si può assistere ad un grande dispendio di energia e di tempo, perché l’individuo ha come priorità principale il cercare di contrastare le proprie ossessioni tramite compulsioni ritualizzate che lo impegnano continuativamente durante tutto il giorno, di fatto inficiando il proprio ruolo lavorativo e recando forti ripercussioni sia in ambito sociale che familiare. Molto spesso chi soffre di questo disturbo, essendo consapevole dell’irrazionalità dei propri pensieri e della bizzarria del proprio comportamento stereotipato e incomprensibile agli occhi degli altri, prova un forte senso di vergogna che lo porta a tentare di nascondere il proprio disagio e la propria sofferenza, alimentando così un circolo vizioso che sfocia nell’isolamento sociale.
Spesso il DOC si manifesta in comorbilita’ con altri disturbi, quali il disturbo da ansia sociale, il disturbo depressivo e alcuni tipi di fobie. È un disturbo cronico che raramente si manifesta come episodico con remissione spontanea e può presentarsi già nell’infanzia, anche se si manifesta solitamente tra i 15 e i 25 anni. È importante per il clinico effettuare un’accurata diagnosi differenziale, per escludere altri disturbi o condizioni con cui superficialmente il DOC si può confondere. Per poter diagnosticare il DOC, secondo il DSM – 5, è necessario che siano presenti ossessioni e/o compulsioni che inficiano la vita quotidiana dell’individuo in maniera significativa, che tali sintomi non si possano attribuire all’uso o all’abuso di sostanze psicotrope e, infine, che il quadro sintomatologico presentato dal paziente non possa essere meglio descritto da un altro disturbo.
In che modo è possibile trattare il DOC?
Accanto ai trattamenti farmacologici disponibili per ridurre la sintomatologia del disturbo, è opportuno affiancare un percorso psicoterapico adeguato che sostenga e supporti il paziente migliorando anche la sua compliance nei confronti dell’assunzione dei farmaci eventualmente prescritti dallo psichiatra. L’approccio sistemico-familiare può offrire un valido aiuto a chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo perché, prendendo in carico tutto il nucleo familiare del paziente, lavora fin da subito sulle relazioni tra i membri, ricercando l’origine dei sintomi in quelle che sono le peculiari dinamiche familiari e cercando di stabilire un nuovo equilibrio più adattivo tra i membri della famiglia.
Anche la tecnica EMDR (Eye Movement Desensitization Reprocessing), utilizzata soprattutto per l’elaborazione dei traumi e del lutto, si è dimostrata efficace nella riduzione delle manifestazioni sintomatologiche del DOC, addirittura più efficace del trattamento farmacologico con citalopram, un antidepressivo della famiglia degli SSRI (Nazari et al., 2011). La tecnica EMDR non ha controindicazioni e, considerata la breve durata del protocollo, può essere proposta anche a pazienti che manifestano disagio nell’intraprendere un percorso psicoterapico più lungo.
Riferimenti bibliografici:
Dèttore, D. (2003). Il disturbo ossessivo-compulsivo – Caratteristiche cliniche e tecniche d’intervento. Milano: McCgraw – Hill.
Nazari H., Momeni N., Jariani M., & Tarrahi MJ. (2011). Comparison of eye movement desensitization and reprocessing with citalopram in treatment of obsessive-compulsive disorder. DOI: 10.3109/13651501.2011.590210.
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