IL DIVORZIO: QUANDO LE STRADE SI SEPARANO
… Sembrava tutto accaduto in una vita precedente: l’innamoramento con le sue piccole follie, la convivenza nel primo appartamento così piccolo da assomigliare a una scatola da scarpe, la decisione di sposarsi, il giorno del matrimonio con la sua girandola di emozioni, la nascita del primo figlio e la gioia immensa mista a trepidazione che avevano provato, i sacrifici per l’acquisto di una casa che fosse loro e in cui crescere il loro bambino… Poi cos’era successo? Come un colpo di spugna tutto era stato cancellato…
… Sipario. Calava una tenda su una commedia che si era tramutata in una farsa. Come in uno specchio deformante, tutto ciò che prima era bello, entusiasmante, significativo, si era trasformato nel suo contrario. Ogni battuta era diventata una frecciata, ogni scherzo era derisione, ogni commento critica distruttiva. Come un castello costruito sulla sabbia, la sua vita era improvvisamente andata in frantumi e non restava più niente…
Le coppie che si sposano (ma anche quelle conviventi) sperano, desiderano, sentono che sarà “per sempre”. In un angolino della mente forse i due freschi coniugi accantonano il pensiero che tutta la felicità che stanno provando nel momento presento potrebbe, di fatto, rivelare in seguito smagliature e crepe destinate a ingrandirsi nel tempo, ma si tratta di una riflessione che nessuno vorrebbe affrontare nel giorno “più felice”. In fondo: “perché dovrebbe succedere proprio a noi?” Nella nostra epoca post-moderna separazione e divorzio non sono più eventi destinati a suscitare scandalo e scalpore, almeno non nella nostra società occidentale, tuttavia non si tratta di eventi da banalizzare, ma di eventi dalla portata fortemente perturbante e che destabilizzano l’equilibrio di tutti gli attori coinvolti. La separazione, ma soprattutto il divorzio, che rende definitivo il termine del matrimonio, esigono che entrambi i membri della coppia che si sta lasciando ripensino e ridefiniscano la propria vita, il suo significato e la sua direzione: non c’è più un “noi” su cui investire e progettare, ma soltanto due distinti “io” che devono nuovamente imparare a vivere contando su stessi e restando in ascolto dei propri bisogni e dei propri desideri. La transizione dalla vita di coppia a quella di single non può, dunque, che essere delicatissima per entrambi gli ex coniugi. Alla nostalgia e al rimpianto per i bei momenti condivisi, per i progetti portati a termine e per quelli lasciati a metà si mescolano rabbia, impotenza e frustrazione, sentimenti distruttivi che per essere alleviati hanno bisogno di un capro espiatorio su cui far ricadere tutta la colpa di quanto accaduto: di solito proprio il partner dal quale ci si sta separando. Se la repentina scoperta di un tradimento o di una relazione extraconiugale da parte del partner provoca ondate di incredulità, ira e sofferenza, è anche vero che i motivi alla base di un divorzio possono essere di diverso tipo: dalla gelosia ossessiva e patologica che a lungo andare mina le basi della relazione stessa, all’incompatibilità di carattere e interessi che nel corso del tempo finisce per allontanare i due coniugi fino a farli diventare due estranei che vivono nella stessa casa; per non parlare di relazioni basate sulla violenza psicologica e/o fisica che vengono finalmente interrotte quando il partner abusato trova le risorse per andarsene. Ci si può lasciare, infine, perché ci si “disamora”, perché sentiamo che il nostro cammino non coincide più con quello che abbiamo intrapreso come parte di una coppia. Quale che sia il motivo alla base della separazione, il momento in cui si decide di lasciarsi è sempre doloroso e innesca un processo di rielaborazione della propria storia che assomiglia a quello del lutto. Spesso il divorzio è vissuto come una sorta di “fallimento” da entrambi i partner perché mette fine a un progetto di vita sul quale si è investito tanto emotivamente e affettivamente e che si riteneva solido. Il divorzio, dunque, investe l’esistenza dei due ex coniugi a livelli diversi, che però si influenzano vicendevolmente: a livello legale, perché lo scioglimento del matrimonio ha aspetti legati alla divisione dei beni e all’affidamento degli eventuali figli minorenni; a livello emotivo, perché entrambi devono venire a patti con il fatto che la loro storia d’amore è finita, si è erosa con il trascorrere del tempo; a livello psicologico, perché devono imparare ad autonomizzarsi l’uno dall’altro e viceversa, cioè dalla persona sulla quale hanno fino ad allora contato di più; a livello economico, perché separarsi può significare per uno o entrambi gli ex partner un cambiamento di status e di posizione sociale; a livello genitoriale se la coppia ha dei figli, perché con il divorzio non cambieranno soltanto le dinamiche familiari ma anche gli aspetti concreti della vita quotidiana legata alla gestione dei figli (Bohannan, 1973). Separazione e divorzio riguardano, infine, anche l’aspetto sociale perché molte amicizie “di coppia” forse verranno perdute o frequentate in misura minore. Ha senso, dunque, parlare di una vera e propria “rinascita” al termine di questo lungo e delicato processo di rielaborazione. Non sempre e non tutti, però, riescono a “lasciar andare” senza che il dolore, la sofferenza e il disagio si trasformino in un incubo del quale è impossibile presagire la fine: in questi casi è bene rivolgersi a un professionista qualificato, in grado di accogliere il dolore e facilitare nell’individuo la riattivazione delle risorse che possiede per superare un momento miliare e delicato della propria storia. Quando, invece, il problema principale ruota attorno alla gestione e all’educazione dei figli, è possibile e proficuo scegliere un percorso di Mediazione Familiare, nell’ottica di addivenire a un accordo che salvaguardi gli interessi di tutte le parti coinvolte.
Riferimento bibliografico:
Bohannan, P. (1973). The Six Station of Divorce, in Love Marriage and Family: a developmental approach. Lasswell ME e Lasswell TR (eds), Illinois: Scott e C, 1973.
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