IL NOSTRO BELFAGOR
Nel corso degli anni il rifiuto della verità si era esteso a tutto il resto. Aveva aderito ai pensieri come una seconda pelle, diventando il mio modo di abitare la vita senza viverla. Succede a noi che ospitiamo Belfagor nello stomaco. Pur di non fare i conti con la realtà preferiamo convivere con la finzione, spacciando per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo…”
M. Gramellin
Qual è il nostro più grande Belfagor? Quale voce assume la nostra coscienza, la nostra voce interiore che noi crediamo ci protegga e che invece ci aliena, ci allontana dalla verità?
La paura: è davvero così paralizzante che ci impedisce di vivere, è davvero così grande che ci fa sentire tanto male? Ma non è mai troppo tardi perché una vita riacquisti il proprio significato attribuendo il giusto senso agli eventi passati; questo avviene quando l’anima si è resa consapevole di se stessa e quando si è pronti ad assumersi le responsabilità del male e del bene del nostro passato.
“L’intuizione ci rivela di continuo chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dèi, coprendola con il ticchettio dei pensieri e il frastuono delle emozioni. Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi.”
Da “Fai Bei sogni “– M. Gramellini