Il sintomo = circostanza .
Ha la funzione di segnalare un’anomalia, una disfunzione di un apparato o di un insieme di apparati. Il sintomo, in psicologia, assume varie forme di comunicazione leggibili mediante specifici codici di lettura. E’ un messaggio, codificato in un linguaggio che il professionista può’ leggere ma che può’ sfuggire sia a colui che lo manifesta sia a coloro che lo osservano.
Si tratta di un messaggio in codice che spesso resta inascoltato ma che invece è nato per comunicare e la sua valenza, la sua forza, la sua capacità energetica non può’ essere stabilita a priori ma deve essere inserita all’interno di un percorso, individuale e familiare. Il sintomo ha quindi una storia.
I sintomi in alcuni casi possono essere evidenti, come quelli più frequenti:
- comportamenti aggressivi e irrequietezza;
- mancato rispetto delle regola sia a casa che a scuola
- disturbi del sonno
- calo del rendimento scolastico
- problematiche fisiche improvvise (mal di stomaco, mal di testa…)
- comportamenti regressivi (pipì a letto, succhiarsi il pollice…)
- fobie e paure
- continui sbalzi d’umore e distrubi d’ansia.
Questi sono alcuni dei sintomi più ricorrenti, che dovrebbero subito allertare il genitore.
In altri casi invece, possono manifestarsi sintomi più mascherati e difficilmente riconoscibili, come ad esempio una timidezza patologica, con progressivo isolamento sociale.
Le nostre esperienze infantili sono quelle che definiscono le nostre vite adulte, le influenzano e le condizionano. Diventano il riferimento presente e futuro per le relazioni con l’ambiente e con gli altri. Ogni bambino che nasce, però ha una sua storia, una sua progettualità, che potrebbe essere anche diversa da quella che l’ambiente gli offre, ma deve per necessità adattarsi. Ha bisogno di amore e di cure , calore e sostegno, tanto che se non riceve l’affetto potrebbe anche morire.
Segue davvero se stesso ? Sicuramente è costretto a scegliere tra quello che l’ambiente gli offre e le sue potenzialità, finendo molto spesso per “fare” quello che i suoi genitori chiedono e si aspettano da lui. I genitori , a loro volta hanno vissuto la stessa dualità tra la famiglia di origine e l’ambiente e quindi anche le stesse ambivalenze. Ad esempio, se un figlio, è cresciuto in un ambiente che privilegia i rapporti di dipendenza , sarà difficile per lui staccarsene senza particolari effetti e magari potrà provare quella che viene definita ansia da separazione. Sarà insopportabile per lui credere di potersi distaccare da qualcuno. Succederà se avverrà un grosso cambiamento , quasi “una rivoluzione ” e questa rivoluzione ha inizio con un percorso di cambiamento che ognuno di noi decide di intraprendere quando sente che il suo equilibrio è instabile . Non è solo il supporto psicologico l’unica via di uscita. Alba Marcoli, ad esempio parla anche di un ascolto attivo, attento, da parte dell’ambiente in cui il bambino vive, che in alcuni casi, funzionare ancora meglio di una psicoterapia.
Quando siamo di fronte ad un bambino crediamo che necessariamente debba essere felice per il solo fatto che è un bambino. Sicuramente, possiede più’ risorse e più’ abilità di quello che gli adulti credono . ” allora, davanti ad un bambino che fa fatica a crescere, come se volesse restare piccolo, gli adulti che l’accompagnano potrebbero cercare di capire quale vissuto il bambino si porta dentro e quale sia il tabù che non vuole infrangere crescendo ” . Il sintomo allora è la parte sana che ci guida e che aiuta non solo il bambino ma anche i genitori perché insieme possono cambiare. Il disagio, ci sta segnalando un istinto vitale che prevale, ovvero ci indica che c’è un processo di ” interazione latente che sfugge alla nostra comprensione ” .
I genitori che lo accompagnano potrebbero impegnarsi nel trovare il senso del sintomo, coglierlo e non negarlo. Una volta individuato il senso di questo, il bambino e l’adulto hanno già in mano la chiave per incamminarsi verso una strada nuova ed aprire una nuova porta. Quello che interessa non è quindi la sua negazione, ma cogliere e capirne il senso “perché la strada è già scritta li , ed ognuno la individuerà all’interno della propria storia”
Quello che Alba Marcoli propone , come aiuto ai bambini ed agli adulti, è l’utilizzo delle fiabe come potente mezzo per scoprire il mondo interiore, al fine di riappropriarsi , ognuno delle proprie emozioni.