La fotobiomodulazione: che cos’è e a cosa serve
Molti disturbi che vanno a impattare significativamente sulle performance cognitivo-comportamentali e a compromettere il benessere psicoemotivo e psicosociale dell’individuo hanno sottostanti cause multifattoriali che ne spiegano la complessità e la variabilità interindividuale. Laddove esistono trattamenti di diverso tipo scientificamente validati, è buona norma, nel contesto del quadro diagnostico, sintomatologico e funzionale specifico dell’individuo, programmare quelli ritenuti più idonei per la condizione del paziente, monitorando attentamente i risultati e valutando l’efficacia del trattamento, sia a livello oggettivo che soggettivo.
La fotobiomodulazione è una terapia innovativa e sicura, scientificamente testata, che studi rigorosi hanno studiato (e continuano a studiare) per il trattamento di molti disturbi legati alla sfera cognitiva e i cui risultati sono promettenti e incoraggianti, soprattutto se associati ad altri tipi di trattamento. Partiamo dalla parola “fotobiomodulazione”; già dal termine vediamo che esso contiene in sé i riferimenti a ciò che questa tecnologia usata a scopo terapeutico utilizza e va a modificare: “photos”, infatti, significa luce; “bio”, cioè vita, è il riferimento alle cellule viventi dell’organismo, mentre “modulazione” significa “esercitare una certa influenza su qualcosa”. Avremo, quindi, come risultato, delle reazioni biochimiche che avvengono nelle cellule in risposta a un certo tipo di luce emessa. Questa tecnologia sfrutta l’energia elettromagnetica non ionizzante per stimolare dei cambiamenti fotochimici nelle strutture cellulari che sono ricettive a fotoni. Quella che viene utilizzata dello spettro elettromagnetico è l’energia della luce nel vicino infrarosso (NIR); attraverso la tecnologia LED NIR, la luce è in grado fare il suo ingresso nella scatola cranica e irradiare la massa cerebrale, perché la lunghezza d’onda 800-830 nm fa parte della finestra ottica del corpo umano.
Vediamo adesso come funziona: il “veicolo” della fotobiomodulazione è un leggero apparecchio dalla forma che ricorda un casco o una cuffia e che si posiziona sulla testa (Apparecchi Alpha e Gamma di Vielight). Tale apparecchio è dotato di 4 LED cluster transcranici (1 frontale, 2 laterali e 1 posteriore) e di un applicatore intranasale. I LED cluster, quindi, emettono raggi infrarossi in grado di stimolare un’ampia area del cervello Default Mode Network) che è adibita a molti processi cognitivi, quali: memoria, ragionamento, pensiero e comprensione. Ciò che accade è che le pulsazioni a 10 Hz emesse correlano con le oscillazioni Alpha delle onde cerebrali. È proprio questa frequenza, che si rivela calmante e terapeutica, a migliorare il recupero cognitivo e a influire positivamente negli stati di riposo cerebrali, nel caso degli apparecchi Alpha di Vielight. Mentre, per quanto riguarda gli apparecchi Gamma, essi, sempre con la stessa tecnologia, emettono pulsazioni a 40 Hz, che correlano con le oscillazioni Gamma delle onde cerebrali; questa frequenza è associata a stati di massima concentrazione e consapevolezza, pertanto, utile a stimolare attenzione e capacità di concentrazione.Gli effatti della fotobiomodulazione vanno a impattare positivamente su: metabolismo; flusso ematico; neuroprotezione; stress ossidativo; infiammazione; neurogenesi e sinaptogenesi.
Le applicazioni di questa tecnologia a uso terapeutico sono svariate:
. riabilitazione post-Ictus per tutte le fasce di età
• Autismo
• Disturbi Cognitivi (demenza di tipo Alzheimer; morbo di Parkinson)
• Depressione
• Trauma cranico
Ma anche:
. Disturbi dell’attenzione
Leggeri, pratici e portabili, gli apparecchi Vielight non inibiscono il movimento e sono idonei anche per i bambini.
Le sessioni ambulatoriali durano circa 20 minuti e l’utilizzo raccomandato è di minimo una volta ogni due giorni.
Riferimenti bibliografici:
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Saledhpour, F, Sadigh-Eteghad, S., Mahmoudi, J., Kamari, F., Cassano, P. & Humblin, M.R. (2023), Action Mechanisms of Photobiomodulation in Neuronal Cells and the Brain, in «Photobiomodulation for the Brain», Springer.
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