La prima cotta

… Alza gli occhi e lo vede arrivare da lontano, alto, le mani in tasca, la testa incassata nelle spalle, l’andatura indolente. Per lei è bellissimo ed è la ragione del suo buonumore quotidiano. Da quando stanno insieme tutto è fantastico, meraviglioso, unico.

… Che sofferenza vederla abbracciata a un altro! Gli sembra di morire ogni giorno un po’ di più ora che si è innamorato perdutamente di quella ragazza che non lo degna neanche di uno sguardo… E lui si sente sempre così inadeguato, così piccolo ed insignificante davanti a lei che è una dea. Come si parla a una dea?

I bambini crescono, diventano adolescenti e s’innamorano per la prima volta. Un tumulto di emozioni nuovissime invade il mondo interno del ragazzo o della ragazza, che faticano inizialmente a dare un nome a ciò che provano per la prima volta. È amore quel battito accelerato, quelle farfalle nello stomaco, quel bisogno quasi ossessivo di stare sempre insieme? Di colpo il mondo cambia e trascolora. Felicità e sofferenza si mescolano inestricabilmente insieme. Le cose che prima sembravano così interessante perdono significato impallidiscono davanti alla forza dirompente di questa prima, inaspettata passione. Anche le relazioni familiari vengono messe da parte: ogni pretesto è buono per ricercare il proprio oggetto d’amore, che risucchia tutta l’attenzione e domina i pensieri. L’adolescente sente di non appartenersi più, di essere “dell’altro /altra”, anima e corpo. Quando la cotta è corrisposta, i due adolescenti si ritrovano a vivere in simbiosi, dove il “noi” prende il sopravvento su tutto e su tutti, anche sugli amici. La coppia sperimenta l’attrazione, l’affetto, la gelosia, la gioia di stare insieme, tutte cose nuove che danno vita a un’esperienza unica.
La prima cotta, la prima storia romantica non si scorda mai. Ci marchia, si può dire; resta indelebile dentro di noi, con tutto il suo universo di emozioni e sensazioni perturbanti. Se guardiamo indietro, alla nostra prima relazione, possiamo ancora riprovare le vestigia di quanto abbiamo esperito con tale forza da rimanere come folgorati. Quanti ricordi si legano al primo amore! Struggenti, dolci, oppure amari, se c’è stata molta sofferenza… La prima relazione di coppia, per quanto acerba, è ciò che ci insegna ad aprirci all’altro e alla possibilità di essere feriti. Ci rende vulnerabili, ma anche coraggiosi e desiderosi di sperimentare, di provare, di abbandonarsi a sensazioni del tutto nuove e molto potenti.

Come comportarsi se è il nostro figlio adolescente a sperimentare la prima cotta? Premettendo che ogni caso è diverso, si può certamente suggerire di trattare con delicatezza questo nuovo sentimento che sta sbocciando. I giovanissimi innamorati possono apparire assorti, “con la testa tra le nuvole”, chiusi in sé stessi, oppure, al contrario, entusiasti e vivaci, pieni di energia; in ogni caso, lasciamo che sia il giovane “malato d’amore” a fare il primo passo, a confidarsi (se vorrà farlo). Teniamo sempre ben presente che per gli adolescenti la prima cotta è un momento importante e delicato: non sminuiamo le loro ansie e i loro desideri deridendoli o buttando là un “Passerà, sai quante volte ti capiterà di innamorarti!”. Non è di questo che hanno bisogno, ma di un ascolto attento e di un’accoglienza sincera di quanto stanno provando e cercando di elaborare.

L’adolescente che si innamora e si spinge, attratto dal suo stesso desiderio, verso l’abisso dell’ignoto, verso l’altro, si sta emancipando dalla propria famiglia di origine, che passa in secondo piano nei confronti cdi un’alterità seducente e tutta da scoprire. Se è vero che anche i bambini possono provare una forte predilezione per un amichetto o una compagna di giochi, è dalla preadolescenza che si provano le prime vere, forti cotte. Inspiegabili e insondabili, l’individuo di solito le vive con tutto il trasporto di cui è capace. Adolescenti particolarmente insicuri o molto chiusi, possono trovare estremamente difficile palesare i propri sentimenti alla persona di cui si sono innamorati (per la paura di essere derisi, non ricambiati, non all’altezza ecc.) e soffrire per questa loro “incapacità”. Noi adulti possiamo essere in qualche modo d’aiuto? E’ buona norma osservare il comportamento dell’adolescente, pur nel rispetto della sua privacy; è lecito intervenire se il ragazzo o la ragazza chiede aiuto o un consiglio, ma è sempre bene non “forzare la mano”, per non peggiorare le cose o rischiare di deteriorare il rapporto. Se il comportamento dell’adolescente mostra segni di una sofferenza molto elevata è opportuno rivolgersi a un professionista.

Ma noi adulti siamo immuni dalle cotte? No, non lo siamo. Tutte le volte che ci lasciamo affascinare potentemente da qualcuno abbiamo una “cotta”, che potrà esaurirsi oppure trasformarsi in una storia d’amore o in una solida amicizia.

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