L’amore e la sua forza

Afrodite, bellissima, era la dea dell’amore a cui nessuno, né dio immortale, né essere umano mortale, poteva resistere. Tutti cadevano ammaliati davanti al suo incedere maestoso e, con un solo sguardo, ella poteva far impazzire di desiderio ogni creatura e ogni dio. Afrodite, altera e beffarda, scherniva gli dei e le dee per le loro unioni con creature mortali, così un giorno Zeus, padre degli dei e re dell’Olimpo, per punirla della sua superbia, le insinuò nel cuore un forte desiderio amoroso per il giovane Anchise, bellissimo principe di Troia, che pascolava le pecore sul monte Ida, il quale, subito, appena la vide, s’innamorò perdutamente, credendola una principessa rapita dal dio Ermes. Infiammato d’amore, Anchise, ignaro dell’identità della dea, si unì a lei ed ella concepì da lui un figlio, il cui fato sarebbe stato glorioso. Dopo l’amplesso, Afrodite rivelò ad Anchise la propria identità divina e gli proibì di rivelare a chicchessia di aver amato la dea dell’amore. Anchise, ammaliato dalla dea, promise. Una sera, però, ubriaco, si vantò di aver conquistato la dea della bellezza e dell’amore e subito venne punito per la sua insolenza: da quel momento in poi, infatti, divenne zoppo…

Quando si parla dell’innamoramento, subito ci sovviene Cupido con i suoi strali che colpiscono il cuore all’improvviso e, poi, Afrodite, la dea dell’amore che fa impazzire chiunque la veda. Le immagini e i miti della tradizione greca legati all’amore, al desiderio e all’attrazione sessuale sono molto suggestivi e calzanti. Chi non si è mai sentito come punto da una freccia all’altezza del cuore, rimanendo con il fiato mozzo? Chi non si è mai sentito come “folgorato” almeno una volta nella vita, appena conosciuto il futuro partner? L’amore a prima vista dona una scarica elettrica, che corre giù fino alla spina dorsale e ci lascia senza parole e invasi da una sensazione traboccante e indefinibile, ma che colora di sé tutto il nostro mondo. Dell’amore siamo innamorati e vorremmo provare le forti emozioni della prima volta per tutto il tempo. L’amore ci offre una fortissima spinta motivazionale: non soltanto alla conquista dell’oggetto del nostro implacabile desiderio, ma anche, in generale, ad agire. Ci riempie di entusiasmo e vitalità. Ci fa sentire forti, quasi invincibili; colora di sé ogni aspetto della nostra esistenza. Dalla “cotta”, però, se la storia prosegue, si passa alla relazione e alla conoscenza graduale dell’altro, con tutte le sue risorse e i suoi limiti, con le sue necessità e i suoi desideri, che possono differire dai nostri. Il mito di Afrodite e Anchise è emblematico: la dea chiede al suo amante di rispettare il suo anonimato e, nonostante lui prometta solennemente di rispettare il suo desiderio, poi non lo fa, anzi, si vanta pubblicamente di aver giaciuto con una dea dell’Olimpo. Capita più spesso di quanto non si creda di trattare l’oggetto d’amore alla stregua di un “trofeo” (“ho una relazione con la ragazza più bella della classe”; “ho sposato un uomo ricco e affermato e tutte le mie amiche mi invidiano per questo”; “ho sposato la donna più efficiente dello studio”; “ho sposato un campione sportivo” ecc.); naturalmente, non c’è assolutamente niente di male ad ammirare la persona di cui siamo innamorati, ma quest’ammirazione non dovrebbe farsi “vanto” e non dovrebbe essere il carburante della relazione.

Perché rimaniamo insieme?

Il nostro amore ha sempre la stessa forza propulsiva dell’inizio? In cosa è cambiato?

Le relazioni romantiche, come tutti i rapporti interpersonali, cambiano, si evolvono, lo abbiamo detto tante volte. Possiamo sfruttare la forza motrice dell’innamoramento per evolvere come coppia ma anche come individui? Possiamo “governare” l’amore? È chiaro che ognuna di queste domande avrà una risposta personalissima e particolare, ma può fungere da stimolo per la riflessione per ognuno di noi.

La forza dell’amore è davvero travolgente e pervasiva: forse possiamo utilizzarla per crescere emotivamente, per migliorarci, per imparare a instaurare relazioni personali nutrienti e soddisfacenti.

E se la prima ondata amorosa così travolgente, con il tempo si trasforma in un rigagnolo stagnante? Può darsi che fosse soltanto un “fuoco di paglia”, attrazione fisica che, per varie motivazioni, non evolve in una “storia” e allora, lasciamo che si estingua, senza rimpianti.

Una storia d’amore non dovrebbe mai trasformarsi in una prigione, in una catena che ci tiene avvinti senza donarci serenità e prospettive di crescita. Che fare, se, invece, ciò accade? Rivolgersi a un professionista della relazione può aiutarci a riflettere sulle nostre dinamiche relazionali e ad attivare un cambiamento.

Tramite Lo Schicco di Grano APS, l’associazione di cui sono Presidente, organizzo varie attività sull’amore e i suoi dintorni, tra cui un gruppo, a richiesta, sulla dipendenza affettiva e le relazioni disfunzionali. Se ti interessa, invia una email a: associazioneloschiccodigrano@gmail.com .

E puoi leggere il mio libro sull ‘amore

Riferimento bibliografico:

Giuseppe Zanetti (a cura di), Miti greci, Milano, Bur, 2018.

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