L’AMORE ROMANTICO
Narra il mito che Zeus, re degli dei, decise di dare in moglie a Cadmo, figlio del re di Tiro e fondatore della ricca città di Tebe, la bellissima Armonia, figlia di Ares, dio della guerra, e di Afrodite, dea della bellezza e dell’amore. Armonia, figlia di dei, era anch’essa una dea, ma acconsentì ugualmente a sposare Cadmo che, per quanto fosse un eroe, era comunque un mortale. Ella discese, dunque, dall’Olimpo per unirsi in matrimonio con Cadmo re di Tebe e queste furono le prime nozze celebrate nel mondo degli uomini; ad esse parteciparono tutti gli dei dell’Olimpo, per festeggiare la nuova coppia. Come regalo di nozze, Afrodite donò alla figlia una collana che, una volta indossata, le avrebbe concesso eterna bellezza e giovinezza. Cadmo e Armonia ebbero da subito un’intesa felice e fecero 5 figli; vissero, però, molte vicissitudini ed eventi dolorosi, tra cui la morte della figlia Semele a causa dell’ira di Zeus; infine, dovettero abbandonare la città di Tebe su cui regnavano per rifugiarsi in Illiria. Quando la vecchiaia colse l’umano Cadmo, gli dei, impietositi, lo trasformarono in un serpente, per evitargli il suo triste destino di mortale, ma Armonia, non voleva separarsi dal marito che amava ancora, perciò gli dei trasformarono anche lei in un serpente. Quando la morte li colse, Ares li condusse entrambi sull’Olimpo, dove vissero in eterno entrambi come dei.
Armonia nel mito greco è la dea dell’amore romantico che non esaurisce la sua fiamma passionale e affettiva nel corso del tempo e che riesce a superare ostacoli ed eventi negativi attingendo alle risorse della coppia, che sono amplificate rispetto a quelle del singolo. Secondo la teoria triangolare dell’amore di Robert Sternberg (2002), quello romantico è dato dall’unione di passione (attrazione fisica, desiderio, affinità sessuale) e di intimità (affetto, vicinanza, sentimento di amicizia) tra i due membri della coppia che si è formata. Alla passione e all’intimità si aggiungono poi impegno e determinazione nel momento in cui i due partner decidono di consolidare il loro rapporto attraverso una convivenza o un matrimonio, che sanciscono, anche simbolicamente, l’esclusività della loro relazione. Seguendo Sternberg (2002) questa unione di passione, intimità e impegno può condurre all’ “amore perfetto” (consummate love), che soddisfa entrambi i membri della coppia. Nel mito di Cadmo e Armonia narrato più sopra l’ ”amore perfetto” appare come una normale evoluzione dell’amore romantico che non subisce arresti o strappi, neanche davanti ad eventi altamente traumatici e dolorosi come la morte di un figlio. Non è così nella realtà, in cui l’ “amore perfetto” è più un ideale che si cerca di perseguire piuttosto che il naturale risultato di una relazione romantica. Come ci fa notare Belsky (2009), l’“amore perfetto” è fragile anche quando riusciamo ad ottenerlo perché, con il trascorrere del tempo, non solo la passione tende a consumarsi e ad affievolirsi, ma anche il livello di intimità può diminuire, soprattutto se i due partner ritornano a essere molto autonomi dopo la prima fase di fusionalità e innamoramento, tornando, così, a occuparsi principalmente dei propri interessi e relegando in secondo piano la coppia. Secondo Sternberg (1998) le relazioni romantiche possono essere descritte come narrazioni culturalmente connotate che diventano prototipiche: la coppia litigiosa che confligge quotidianamente, la coppia i cui membri imparano ad amarsi giorno per giorno ecc. Per altri studiosi l’amore può essere interpretato come un’emozione di base, perché solitamente, alla richiesta di nominare un’emozione, gli intervistati rispondono: «l’amore» (Shaver, Morgan & Wu, 1996); secondo altri (Aaron & Aaron, 1991) più che di un’emozione vera e propria si tratterebbe, invece, di “uno stato motivazionale” orientato allo scopo” altamente connotato a livello emotivo. Seguendo la teoria dell’attaccamento di Bowlby (1969) l’amore romantico emerge dal mélange del bisogno di attaccamento e del desiderio della sessualità. Ognuno di questi approcci offre punti di vista preziosi per inquadrare un fenomeno, quello dell’amore, che è universale e cross-culturale, nonché unanimemente ritenuto fondamentale per il benessere dell’individuo. Vale la pena chiedersi se l’amore romantico è vissuto ed interpretato allo stesso modo in culture anche molto distanti tra loro, per esempio culture individualistiche come quella occidentale oppure collettivistiche come quelle orientali. Secondo studi condotti negli anni Novanta del secolo scorso (Sprecher et al., 1994) negli USA, in Russia e in Giappone, esistono delle somiglianze e delle differenze nel modo in cui le diverse culture si approcciano all’amore. Se in tutti e tre i Paesi la sessualità era considerata un aspetto importante della relazione romantica e il sentimento d’amore era ritenuto fondamentale per il matrimonio, gli americani davano più importanza all’aspetto legato alla sessualità, mentre i Russi davano minor importanza alla somiglianza reciproca e i Giapponesi all’aspetto romantico dell’amore.
Al di là delle varie differenze culturali (ma anche personali) nella visione dell’amore, un rapporto duraturo poggia su una comunicazione efficace e rispettosa dell’altro: poche interazioni positive, insulti e offese sono, infatti tutti predittori dell’infelicità della coppia (Balsky, 2009).
Imparare a comunicare in maniera più adeguata con il proprio partner è possibile attraverso un percorso di terapia di coppia. L’orientamento sistemico-relazionale offre un contenimento e un supporto specifici per le coppie in difficoltà.
Riferimenti bibliografici:
Aron, A., & Aron, E. N. (1991). Love and sexuality. In K. McKinney & S. Sprecher (Eds.), Sexuality in close relationships (pp. 25–48). Hillsdale, NJ: Erlbaum.
Belsky, J. (2009). Psicologia dello Sviluppo 2 – Età adulta – Età avanzata. Bologna: Zanichelli Editore
Bowlby, J. (1969). Attachment and loss, Volume 1: Attachment. London: Hogarth Press and the Institute of Psycho-Analysis.
Shaver, P. R., Morgan, H. J., & Wu, S. (1996). Is love a “basic” emotion. Personal Relationships, 3 (1), 81–96.
Sprecher, S., Aron, A., Hatfield, E., Cortese, A., Potapova, E., & Levitskaya, A. (1994). Love: American style, Russian style and Japanese style. Personal Relationships, 1, 349–369
Sternberg, R. J. (1998). Love is a story: A new theory of relationships. London: Oxford University Press.
Sternberg, R. J & Barnes, M.L. (a cura di). La Psicologia dell’amore. Bompiani, Milano 2002.
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