Le cefalee nei bambini e nei ragazzi
Le cefalee che hanno un esordio in età evolutiva possono essere correlate anche a fattori psicologici. La conoscenza di entrambi i fattori, neurologici e psicologici e la loro connessione è fondamentale per affrontare il disturbo in modo funzionale.
Le cefalee che interessano la maggior parte dei ragazzi in età evolutiva sono di tipo primario, si escludono, cioè, lesioni strutturali.
Quelle più diffuse sono l’emicrania e la cefalea tensiva.
L’emicrania si suddivide in:
– emicrania senz’aura
– emicrania con aura
L’aura, molto rara, precede il mal di testa attraverso una serie di sintomi visivi, motori e linguistici (luci colorate, macchie, formicolii ecc.).
L’emicrania per essere diagnosticata tale deve durare dalle 4 alle 72 ore; il dolore deve essere localizzato e di tipo pulsante ed in concomitanza devono presentarsi uno di questi sintomi: vomito, eccessiva sensibilità alla luce, ai suoni ecc. Il comportamento manifesto del bambino è quello di sospendere tutto quello che sta facendo.
Diagnosticare la cefalea nei bambini è molto complesso anche perché più piccoli sono, più è difficile ricostruire il tipo di dolore e la sua localizzazione.
I fattori psicologici:
Indagare i fattori psicologici è di fondamentale importanza anche per capire se il sintomo veicola disagi sottostanti. Il disturbo più spesso associato al mal di testa quotidiano nei bambini sembra essere l’ansia
Altri disturbi associati possono essere: deficit attenzione, iperattività, DSA ecc.
In caso di cefalee diventa importante conoscere la storia familiare del bambino per capire ed eventualmente agire sul clima emotivo che c’è in famiglia. Spesso i bambini che ne soffrono vivono isolamento, hanno difficoltà scolastiche, vivono conflittualità familiari, mostrano disturbi del sonno, tic ecc.
Spesso la cefalea si presenta insieme ad una fobia scolare (la paura di andare a scuola).
L’errore più frequente è quello di credere che il mal di testa sia una scusa, in questo modo rischiamo di sminuire il bambino, il suo sintomo ed il suo disagio.
Altre situazioni chepossono causare l’esordio e la manifestazione del sintomo sono: la nascita di un fratello, la separazione dei genitori ecc.
Il sintomo serve a comunicare il disagio: ascoltiamolo per intervenire in modo corretto e complesso sull’intera dinamica familiare.
Bibliografia
Fondamenti di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza a cura di Vincenzo Guidetti