L’IDENTITA’ SESSUALE IN ADOLESCENZA E IL RISCHIO DI COMMETTERE SUICIDIO
… Per quanto si ripetesse di essere come gli altri, non si sentiva affatto come quelli che la circondavano. Sapeva, sentiva che non c’era niente di sbagliato in lei o che non funzionava, ma certamente non era come gli altri suoi coetanei, come i compagni di classe, come le ragazze del corso di danza. Lei era un outsider, così si sentiva, e se si guardava dall’esterno, vedeva una ragazza che non faceva davvero parte del gruppo, ma qualcuno che stava ai margini. La verità era che non le importava nulla di quello che interessava alla maggior parte delle sue coetanee: non i vestiti, non il trucco o avere i capelli sempre a posto… soprattutto, non le importava un bel nulla di correre dietro ai ragazzi. Le piacevano le ragazze. Non tutte. Alcuni tipi… Si sentiva attratta da loro, dal profumo che emanavano, dalla loro gestualità elegante e ricercata. Non sapeva ancora se quest’attrazione che lei provava era di natura sessuale oppure no: non aveva abbastanza esperienza per capire cosa provasse davvero nel profondo. Sapeva, però, che questo suo sentirsi così “diversa” la faceva soffrire e la isolava dagli altri, rendendo le sue giornate lunghe e solitarie. Qualche volte si era anche ritrovata a fantasticare sulla morte, a come poteva essere, se davvero poteva trattarsi di quiete eterna… poi si riscuoteva da quei pensieri lugubri e andava avanti. Eppure, in qualche modo, pensare alla morte le dava conforto.
L’adolescenza è un lungo periodo di crisi che impatta su tutti gli ambiti di vita del giovane che sta diventando adulto: più o meno drastiche e brusche trasformazioni investono sia la sfera sociale, che quella cognitiva, che quella fisica, mettendo il giovane davanti al difficile compito evolutivo di rimodulare la propria immagine di sé e di ripensare ad un altro livello la propria identità, di cui quella sessuale è un aspetto importante che proprio in questo periodo viene ridiscusso. La presa di coscienza e l’accettazione da parte dell’adolescente della propria omosessualità o bisessualità può rivelarsi un processo sofferto e angosciante; come dice Rusticelli (in Oliverio Ferraris et al. 2009, p. 165): “per alcuni […] sentire di avere un orientamento sessuale diverso da quello che familiari, amici e coetanei si aspettano può significare sentirsi oppressi da forti sensi di colpa e di vergogna, annullati dal sentimento di inadeguatezza.” Questi forti sentimenti negativi che investono l’immagine che il ragazzo ha di sé possono trascinarlo in una spirale di isolamento e depressione. Una delle difficoltà maggiori che l’adolescente omosessuale o bisessuale deve poi affrontare è quella del coming-out (Rusticelli in Oliverio Ferraris et al., 2009): se, infatti, avviene quando l’individuo non è ancora pronto per sopportarne le possibili conseguenze (discriminazione, allontanamento di amici e rifiuto da parte dei familiari ecc.) può aggravare il sentimento di inadeguatezza provato, aumentando così il livello di sofferenza del giovane; se, invece, l’adolescente preferisce tacere riguardo al proprio orientamento sessuale per evitare di andare incontro a difficoltà relazionali che potrebbero dar luogo a isolamento sociale, alla lunga può provare un profondo disagio dovuto al fatto di non poter mostrarsi per quello che è realmente. In entrambi i casi il giovane vivrà una condizione angosciosa. Se il suicidio permane la seconda causa di morte tra gli adolescenti di qualsiasi orientamento sessuale dopo gli incidenti (Oliverio Ferraris in Oliverio Ferraris et al., 2009; Da Rold, 2018), è anche vero che tra gli adolescenti omosessuali, bisessuali e transessuali il rischio di suicidio aumenta rispettivamente di 4, 5 e 6 volte rispetto agli adolescenti eterosessuali (secondo la revisione pubblicata da Jama Pediatrics come cit. da Da Rold, 2018). Le motivazioni legate al suicidio in età adolescenziale possono essere collegate alla presenza di: “… problematiche psicosomatiche multiple: un umore depresso […], condotte di dipendenza […] e anche comportamenti violenti. Altri tratti sono l’assenteismo scolastico, per coloro che vanno a scuola, e la disoccupazione, per coloro che invece lavorano.” (Oliverio Ferraris in Oliverio Ferraris, 2009, p. 10). È, quindi, opportuno che queste problematiche vengano monitorate, se presenti, anche se di per sé non significano un aumento del rischio di suicidio nell’adolescente. Nel caso specifico degli adolescenti omosessuali, bisessuali o transessuali, dalla revisione di Jama Pediatrics del 2018 (come cit. da Da Rold, 2018) sembra che non sia tanto il bullismo a spingere il giovane a commettere suicidio, quanto piuttosto la sua incapacità di accettare fino in fondo il proprio orientamento sessuale, anche se il bullismo e la sua versione più moderna, il cyberbullismo, sono ancora fenomeni tristemente presenti nella popolazione giovanile. Tra i fattori di rischio suicidario che riguardano più da vicino gli adolescenti omosessuali, bisessuali e transessuali rientrano i conflitti relazionali con la famiglia, la discriminazione percepita e l’emarginazione, l’appartenenza a una doppia minoranza (per esempio, avere un orientamento non eterosessuale e appartenere a comunità religiose che non accettano l’omosessualità e che la ritengono un peccato) e i conflitti interni riguardo alla propria identità sessuale (Rusticelli in Oliverio Ferraris et al., 2009). Da questa breve panoramica che non pretende di essere esaustiva, si può evincere l’importanza per l’adolescente che sta ridefinendo la propria identità sessuale, di poter contare su un ascolto empatico e non giudicante del proprio disagio e della propria sofferenza emotiva, quale può essere quello offerto da un professionista qualificato, nell’ottica di poter fare chiarezza dentro di sé e poter trovare la strada dell’auto-accettazione.
Riferimenti bibliografici e sitografici:
Da Rold, C. (2018). Adolescenti omosessuali: il rischio è quattro volte maggiore. https://oggiscienza.it/2018/12/10/suicidi-adolescenziali/index.html
Ferraris, A.O., Rusticelli, A., Stevani, J. & Zaccariello, T. (2009). Chiamarsi fuori – Ragazzi che non vogliono più vivere -. Firenze: Giunti.
Per consulenze e appuntamenti:
cellulare: 328.7623328
e-mail: studio@barbaracalcinai.it
Immagini pexels