Come contenere gli atteggiamenti problematici?
Metodi educativi a confronto
Vari sono i modi in cui possiamo gestire i comportamenti problematici o difficili dei figli.
Il rinforzo , è quello strumento che permette di aumentare la frequenza dei comportamenti ritenuti positivi da parte dei genitori, consente quindi , di raggiungere degli obiettivi importanti per l’ educazione dei nostri figli. Non sempre però, può essere utilizzato: spesso gli atteggiamenti dei bambini, sono provocatori, attuati per richiedere attenzione e possono essere esplosivi. In tal caso, i comportamenti dei genitori dovranno essere contenitivi e non di rinforzo
Cos’è la provocazione ?
Secondo Rosa angela Fabio, e’ una richiesta di attenzione e di aiuto. Nella relazione, occorre quindi saper ascoltare, riconoscere i bisogni dei bambini, ma soprattutto comunicare in modo empatico, le proprie emozioni. Dietro un comportamento provocatorio , c’è uno stato di tensione che viene attivato, al fine di ottenere una scarica per ridurre la tensione provocata . Può accadere , anche, che il comportamento provocatorio venga in qualche modo rinforzato da un atteggiamento sbagliato da parte dei genitori ed il bambino. possa arrivare a pensare di ottenere, attraverso la provocazione, quello che vuole.
La domanda che ci dobbiamo porre di fronte all’atteggiamento provocatorio, è quella di capire cosa nostro figlio ci vuole trasmettere e qual’è il messaggio comunicativo che si cela dietro quel comportamento.
Secondo l’autrice, due sono i metodi che possono essere attuati di fronte ad un atteggiamento problematico:
- l’estinzione: consiste nel ignorare un comportamento. Un comportamento ignorato ne diminuisce la sua frequenza . È difficile da attuare perché ne confronti dei nostri figli siamo molto coinvolti emotivamente. Il problema opposto potrebbe, essere la mancanza di interesse che il bambino può percepire perché ignorato.
- La punizione: deve essere attivata tutte le volte che l’estinzione non può essere messa in atto perché i comportamenti dei bambini possono avere delle conseguenze anche sugli altri. La punizione ha quindi , un’azione diretta sulla diminuzione della frequenza del comportamento, ed è soggettiva, ed interpretata in base alla propria personalità.
La punizione ha degli effetti e produce conseguenze:
- Reazioni emozionali e aggressive: purtroppo qualche volta la punizione può evocare nel soggetto che la riceve reazioni emozionali o aggressive come la distruzione di materiali o oggetti presenti o l’aggressione a persone.
- Fuga e evitamento: sono reazioni naturali alla stimolazione avversiva. Il soggetto può iniziare ad evitare l’ambiente dove ha ricevuto l’evento punitivo o addirittura la persona che l’ha emesso
- Contrasto comportamentale: può avvenire come funzione di un cambiamento nella densità di rinforzamento o di punizione su una componente di una precisa situazione X.
Le minacce
Sono molti i genitori che basano la loro educazione sulle minacce. Molto presto, però, i figli si rendono conto che i genitori più promettono e minacciano, meno mantengono. Ciò fa perdere loro il rispetto dell’autorità, anche se li vedono completamente arrabbiati e infastiditi. Ciò accade perché le minacce non sono effettivamente reali: vale a dire, sono difficili da applicare e non possono quasi mai venire messe in pratica.
Invece di adottare questo genere di educazione, è meglio che i genitori sviluppino altre tecniche o strategie educative.
Il time out :
Quando la situazione diventa ingestibile si impone il momento del Time out: il bambino deve andare in camera sua o in un luogo prestabilito (che deve essere ‘noioso‘ e lontano da distrazioni) dove trascorrerà un certo periodo di tempo a ‘sbollire’ la rabbia e per riflettere sulle sue emozioni. Nel frattempo anche il genitore recupererà fiato e serenità.
Questi sono solo dei suggerimenti che per essere funzionali devono essere applicati all’interno di una relazione costruita con il proprio figlio che si basi sul rispetto reciproco e sulla tolleranza della diversità, occorre creare uno spazio comune dove ogni membro della famiglia possa definirsi e nel frattempo accettare l’altro, comunicando serenamente l’emozione provata.