Nuora e suocera: un rapporto possibile?

… Quando l’aveva conosciuta aveva cercato da subito di mostrarsi gentile e premurosa, per amore del suo compagno, ma niente di quello che diceva o faceva sembrava mai andare bene. La sensazione che aveva tutte le volte che si trovava a dover interagire con sua suocera era di non essere del tutto all’altezza, nonostante i mille sforzi profusi per apparire adeguata. Le leggeva nello sguardo quella sottile ma tacita disapprovazione che la faceva sentire sempre un po’ fuori luogo: di sicuro avrebbe apprezzato maggiormente un’aperta critica a quei silenzi e a quelle occhiate che la giudicavano!

… Certamente sua nuora era una brava ragazza: affidabile, gran lavoratrice, dinamica… eppure lei non riusciva a instaurarci un rapporto sereno e cordiale, se non complice. In realtà non litigavano spesso, né si trovavano apertamente in conflitto, tuttavia, lei aveva l’impressione che non si trovassero mai sulla “stessa lunghezza d’onda”, per così dire. Suo figlio non si accorgeva di niente, o almeno, fingeva di non accorgersi del suo sottile imbarazzo, forse gli bastava non assistere a scenate tra sua madre e sua moglie, ma la verità era che lei non si sentiva mai completamente a suo agio in casa loro: non si sentiva libera di fare commenti o dare suggerimenti su niente, men che meno sull’educazione del nipotino.

I film, i libri, le battute e i modi di dire sul difficile rapporto nuora – suocera si sprecano; ci fanno sorridere e, se non abbiamo una suocera o una nuora, li bolliamo frettolosamente come cliché e passiamo oltre. È innegabile, in effetti, che la suocera insopportabile o la nuora menefreghista sono degli stereotipi che si sono radicati nel tempo sulla base di pregiudizi difficili da sradicare, cionondimeno spesso veniamo a conoscenza di relazioni non proprio idilliache tra la madre e la compagna di un uomo: perché è così difficile andare d’accordo con la propria suocera? Per quale motivo nostra nuora spesso non ci appare come totalmente adeguata? Prima di cercare una risposta a questo tipo di domande occorre una volta di più sottolineare che ogni situazione è diversa e specifica, così come sono uniche le persone e i loro rapporti; pertanto, ogni osservazione non potrà che essere generica e offrire soltanto un orientamento di massima. Per prima cosa, bisogna riflettere sul fatto che la relazione nuora – suocera è piuttosto delicata per sua natura: due donne, con ruoli differenti, che intrecciano un rapporto sulla base della relazione che intrattengono con un uomo che amano (una ne è madre, l’altra ne è moglie/compagna/fidanzata). Le dinamiche che possono scaturire da questa relazione possono, quindi, essere piuttosto complesse e dipendere in parte dal rapporto che la madre intrattiene con il figlio e dal tipo di educazione ricevuta dalla moglie (o compagna o fidanzata). Se madre e figlio vivono ancora un rapporto quasi esclusivo, sbilanciato sul versante della dipendenza del figlio, sebbene adulto, verso la propria madre, la compagna potrà trovarsi a fronteggiare una suocera che le apparirà possessiva, gelosa e, in alcuni casi invadente, che le trasmetterà un messaggio che probabilmente verrà interpretato come: “Io so occuparmi di mio figlio molto meglio di te. Lo conosco meglio e so quello di cui ha bisogno.” D’altro canto, la suocera che si trova davanti una giovane donna risoluta, indipendente e ben svincolata dalla propria famiglia di origine, propositiva e poco incline ad ascoltare suggerimenti e consigli, percepirà il messaggio: “Non abbiamo bisogno di te, ce la caviamo benissimo da soli e non apprezzo la tua ingerenza nella nostra vita”. Abbiamo più volte affrontato nel corso dei vari articoli il tema dell’influenza delle reciproche famiglie di origine sul rapporto di coppia e la relazione nuora – suocera ne esemplifica uno degli aspetti. Se entrambe le parti si irrigidiscono sulle proprie posizioni finiranno per assumere atteggiamenti difensivi o palesemente aggressivi, nel tentativo di ristabilire il controllo sul proprio ruolo, che viene percepito come minacciato, cercando, nello stesso tempo, di portare dalla propria parte il figlio/compagno. Quando la tensione sale ad alti livelli è possibile che scoppino furiosi litigi che portano ad accuse e recriminazioni da ambo le parti, che, sul lungo periodo, non possono che danneggiare la serenità della coppia e di tutte le famiglie coinvolte in generale. È possibile arginare un’escalation del conflitto e trovare un buon equilibrio in famiglia? Risulta evidente che, oltre a mostrare la buona volontà di voler realmente trovare un accordo, è necessario imparare a comunicare in maniera franca ma non aggressiva i propri bisogni, i propri desideri, le proprie paure e le proprie perplessità. Sulla base di una chiara comunicazione tra tutte le figure coinvolte sarà così possibile stabilire adeguati limiti e confini accettati da tutti e, poi, sarà possibile apprezzare il ruolo di ciascuna figura. Tali ruoli sono diversi e non sovrapponibili, sebbene legati dall’amore, ma sono tutti da rispettare nell’ambito del proprio contesto. Piccoli gesti di apertura verso l’altra possono facilitare uno scambio comunicativo più sereno e rispettoso (ascolto empatico, offerta di organizzare qualcosa insieme ecc.).

Se le difficoltà relazionali persistono e minacciano il rapporto di coppia può essere utile rivolgersi a un terapeuta familiare.

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