È “l’ultima arrivata” tra le molteplici forme e manifestazioni dei disturbi alimentari e non è ancora stata annoverata come disturbo, ma può essere sicuramente considerata un fattore di rischio per svilupparne uno.
Il termine significa “ossessione” per i cibi sani: la patologia “nervosa” risiede proprio nella sua forma ossessiva.
È stato un medico negli USA, Steven Bratman, a parlarne per la prima volta in un libro, adesso molto famoso.
La paura nell’ortoressia consiste nel contrarre malattie mortali attraverso il cibo. Alimentarsi di cibi esclusivamente sani diventa una tale ossessione al punto di far sentire il soggetto “talmente pulito dentro” da sentirsi superiore agli altri.
E se cade in tentazione?
Prova enormi sensi di colpa che deve ridurre attraverso penitenze alimentari che portano a ridurre ancora di piu’ la scelta degli alimenti di cui cibarsi.
Secondo alcuni autori l’ortoressia è paragonabile ad una forma di ipocondria (paura di contrarre malattie e morire), tanto che il soggetto adotta diete rigide e pratica sport eccessivamente dispendiosi in termini calorici.
Comporta isolamento e ritiro sociale: non sono previsti ne’ aperitivi né cene con gli amici.
Gli indicatori sono:
– pensare al cibo per più di 3 ore al giorno;
– pianificare in modo ossessivo pranzi e cene anche del giorno dopo;
– mangiare solo quello che è ritenuto sano anche se risulta sgradevole al gusto;
– rinunciare a ciò che piace per non sentirsi in colpa.
Laura Dalla Ragione, nel suo libro” La casa delle bambine che non mangiano” , individua dei comportamenti comuni ai più conosciuti disturbi alimentari:
In cosa si assomigliano?
– pensare che il cibo non sia anche una forma di piacere;
– provare disprezzo per coloro che si nutrono liberamente;
– sentirsi in colpa ed aver voglia di purificarsi;
– adottare misure compensative (lassativi, diuretici ecc.)
– evitare cene ed occasioni di festa ecc.
Se qualunque aspetto diventa cosi preoccupante da diventare un’ossessione occorre rivolgersi ad un professionista del benessere psicofisico
“La casa delle bambine che non mangiano” Laura Dalla Ragione, ed Il pensiero Scientifico