Quando l’affetto è una briciola
L’espressione inglese “breadcrumbing” (“sbriciolare il pane”) viene utilizzata in psicologia, per descrivere il comportamento delle persone che, nelle relazioni romantiche o amicali, spargono “briciole” di affetto e interesse verso un’altra persona (il partner o un amico), trasmettendo segnali di interesse non chiari ma manipolatori. Fenomeno prepotentemente presente nell’era delle piattaforme social, che hanno sostituito i locali per fare nuove amicizie e intrecciare relazioni, il breadcrumbing si può descrivere come una modalità relazionale che viene messa in atto per manipolare consapevolmente la persona a cui la comunicazione è diretta. Fenomeno molto diffuso tra i giovani, non ne sono esenti gli adulti che fanno largo uso delle piattaforme social nel loro tempo libero.
Come funziona?
La comunicazione francamente ambigua e manipolatoria agita nel breadcrumbing fornisce al destinatario indizi discordanti ma sufficienti per accendere speranze riguardo all’instaurarsi di una relazione affettiva (o amicale) con il mittente. Nonostante l’ambiguità di fondo, comunque in qualche modo percepita dalla vittima, il rischio è quello di dare inizio a una relazione in cui uno dei due partner mostra interesse e affetto soltanto in maniera inautentica e a fasi alterne, tenendo l’altro “legato” a sé e sempre disponibile per i propri scopi.
Il breadcrumbing è una modalità comunicativa che viene messa in atto da quelle persone che, nonostante sembrino in certi momenti aprirsi e mostrare vivo interesse per l’altro, in realtà non sono davvero interessate ad allacciare un rapporto amoroso o amicale serio e fatto di reciprocità e impegno, ma soltanto a “tenere sulla corda” la vittima prescelta, per averla sempre “disponibile”. Chi mette in atto comportamenti di breadcrumbing può soffrire di narcisismo e non essere in grado di dar vita a relazioni interpersonali mature, profonde e rispettose dell’altro. Alla base di questa comunicazione manipolatoria può esserci una bassa autostima e un eccessivo bisogno di controllo e di potere all’interno della relazione, che inducono l’individuo a gettare all’altro solo quelle “briciole” di considerazione affettiva strettamente necessarie per mantenere il partner disponibile e controllato.
La “vittima” del breadcrumbing, se cede alle lusinghe e alla seduzione e si fa irretire in una relazione potenzialmente tossica e certamente non equilibrata, si trova a vivere in una condizione di continui “alti e bassi”, su una sorta di “montagne russe” emotive: si convince del sincero interesse e attaccamento del partner ogni qualvolta riceve attenzioni (telefonate, messaggi, inviti), ma ripiomba nel dubbio e nella confusione quando il partner “sparisce” (fa ghosting, non risponde ai messaggi e alle chiamate ecc.). Questo tipo di relazione provoca molta sofferenza in chi subisce il comportamento di breadcrumbing e può impattare negativamente sul suo senso di autostima (“non sono abbastanza brava/bravo a tenermi stretta questa relazione”) e sul suo senso di autoefficacia (“non so comportarmi bene nelle relazioni”; “non riesco a comunicare in maniera chiara i miei desideri”), mentre in realtà è l’altro membro della coppia ad avere significative difficoltà relazionali.
Quali sono i segnali a cu prestare attenzione quando si intraprende una nuova relazione?
– Il tipo di comunicazione agito dal potenziale partner: ambiguità, sporadicità, utilizzo prevalente delle piattaforme Social per comunicare piuttosto che della telefonata.
– Rifiuto di spostare la conversazione sui sentimenti e sulle emozioni provate all’interno del rapporto.
- Interesse focalizzato sulla sfera sessuale.
- Inclinazione a incolpare il partner per le proprie mancanze (“è colpa tua se ogni tanto mi allontano perché mi soffochi con le tue pretese”).
- Tendenza a posticipare gli appuntamenti vis à vis.
Quando allacciamo una nuova relazione è importante imparare a “monitorare” i nostri stati d’animo:
- Come sto vivendo questa relazione?
- Sono serena/sereno?
- Posso contare sul mio partner?
- Questo rapporto mi arricchisce a livello personale?
Se ci rendiamo conto di essere precipitati in un vortice di dolore e frustrazione dal quale non riusciamo a venire fuori con le sole nostre forze, è opportuno rivolgersi a un terapeuta adeguatamente formato, che potrà aiutarci a ritrovare noi stessi e la nostra serenità. Ricordiamoci sempre che una relazione romantica deve “aggiungere” e non “togliere”: l’amore è condivisione, non fatica e sofferenza!
Per saperne di più sulle dinamiche relazionali:
Calcinai, B. & Savelli, L. (2024), Quando l’amore non basta. Le relazioni tra danno e cura, Roma: Alpes Italia.
Con Lo schicco di Grano APS, di cui sono fondatrice e Presidente, organizzo gruppi sulle dipendenze affettive e dintorni tramite il metodo scientificamente validato Dipendiamo® (ideato da M.C. Gritti), in cui mi sono formata.
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