SEXTING, RELAZIONI VIRTUALI E TRADIMENTO

Non si trattava di “vero” sesso, quindi perché avrebbe dovuto sentirsi in colpa? Era soltanto un gioco. Forse un po’ malizioso, certo… non una cosa da raccontare a tutti, ovvio, ma sempre di un gioco si trattava. Era divertente e questa era la sua principale attrattiva. Faceva innalzare i livelli di eccitazione e scacciava la noia, cose non da poco in una quotidianità scandita dai soliti impegni e che lasciava poco spazio alla creatività. Era un po’ come recitare, anche. Poteva essere chi voleva, cambiare ruolo, osare, sfidare, provare. Senza nessun reale pericolo perché lei non era lì con lui, ma nella sua casa, al sicuro, chiusa nella sua stanza. Era il suo segreto e avere qualcosa da custodire soltanto per sé le piaceva, la faceva sentire come in un’avventura, in una pellicola cinematografica sexy di cui lei era la provocante protagonista. Ma si trattava di un gioco e lo sapeva bene. Come lo sapeva lui. Non aveva niente a che fare con la vita vera, con le loro reali relazioni di lunga data… e, tuttavia, la vita sarebbe stata molto più grigia senza quel loro gioco erotico segreto…

Ultimamente si sente sempre più spesso parlare di sexting, chat erotiche, relazioni virtuali ecc. Qual è l’impatto che il “sesso cibernetico” può avere sull’intimità dell’individuo e sulla vita di coppia?

Il termine “sexting” è un neologismo della lingua inglese formato dalle parole “sex” (sesso) e “text” (testo, ma, inteso in quanto verbo, to text, significa “digitare un messaggio testuale”), quindi il sexting è quello scambio virtuale di messaggi, foto e video a sfondo erotico – sessuale che viene attuato da due persone tramite pc, tablet o smartphone allo scopo di provare eccitazione sessuale. Molto in voga tra gli adolescenti di tutto il mondo, il sexting offre l’insidiosa sicurezza di non essere davvero pericoloso perché virtuale, quando in realtà nasconde elevati rischi di violazione della privacy e di cyberbullismo (quando il contenuto sessuale di un messaggio, una foto, un video viene pubblicato in rete in assenza del consenso della persona coinvolta), ma anche di revenge porn, cioè di quella forma di vendetta che viene attuata da uno dei due partner quando una storia finisce tramite la pubblicazione di materiale intimo, fotografico o video, allo scopo di danneggiare moralmente la vittima. Nonostante il sexting sia molto popolare tra i giovanissimi, che sono spesso poco consapevoli dei rischi in cui possono incorrere, è piuttosto praticato anche dagli adulti. Voglia di trasgressione, desiderio di provare un’esperienza diversa, necessità di evadere dalla noia della routine quotidiana? Tutte queste motivazioni e molte altre possono concorrere a spingere uno o entrambi i membri di una coppia a intrecciare una “relazione virtuale”. Spesso il “tradimento virtuale” non è accompagnato dal senso di colpa in chi lo commette perché, di fatto, in esso non avviene nessuno scambio fisico: non soltanto l’atto sessuale non viene consumato, ma spesso i due “amanti virtuali” non si conoscono, non si sono mai incontrati di persona e proprio questo sembra rendere più facile attuare un tipo di comportamento che viene percepito come maggiormente sanzionabile se agito fisicamente. Si può effettivamente affermare che un “tradimento virtuale” non è un “vero” tradimento nei confronti del proprio partner ufficiale soltanto perché non c’è un coinvolgimento fisico? Secondo la dott.ssa Donatella Costa, Psicologa Clinica con una formazione anche in psicosessuologia, come riportato nel servizio di Elle del 13/10/10/2019 (https://www.elle.com/it/emozioni/amore/a29431384/sexting-tradimento/) in realtà anche quello virtuale è un tradimento a tutti gli effetti perché ciò che viene meno è comunque l’impegno di “onestà” e “lealtà” verso il proprio compagno o compagna. 

Come ben spiegato da Bauman (2006), le “relazioni virtuali” usa e getta si attagliano perfettamente a una società che ha mercificato tutto, incluso l’amore, e in cui una “relazione tascabile” incute meno timore di una relazione di tipo tradizionale, in cui ci si aspetta che entrambi i partner mostrino un certo livello d’impegno, perché la “… si può «tirar fuori all’occorrenza» e quindi rificcare in tasca quando non serve più. (Bauman, 2006, p. IX). Poiché la relazione virtuale viene vissuta come un gioco malizioso ed eccitante ma non impegnativo, ecco che chi la intreccia, se scoperto dal proprio partner, spesso si aspetta di essere perdonato, non percependo di aver commesso alcunché di grave o lesivo.

Ma è davvero così “sano” un rapporto romantico in cui uno o entrambi i membri della coppia si dedicano più o meno saltuariamente a scappatelle virtuali? Forse esse sono la spia che qualcosa nella relazione è cambiato, che non è più soddisfacente come in passato. Le motivazioni, come abbiamo accennato più sopra, possono essere molteplici e forse è giunto il momento per la coppia di prendere atto della crisi che in maniera latente sta prendendo forma e di rivolgersi a un professionista in grado di facilitare la comprensione di ciò che non va più, allo scopo di riannodare il dialogo che si è interrotto e di ricominciare, ove possibile, a tessere la propria storia di coppia unica e irripetibile.

Riferimenti bibliografici e sitografici:

Bauman, Z. (2006). Amore Liquido. Bari – Roma: Editori Laterza.

www.insidemarketing.it/glossario7definizione/sexting 

https://www.elle.com/it/emozioni/amore/a29431384/sexting-tradimento/

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