Dal di fuori sono la coppia perfetta. Lui un uomo brillante, di successo, carismatico: tiene in pugno il pubblico alle conferenze con la battuta giusta, la pausa perfetta. È invidiato dagli uomini e ammirato dalle donne. Lei bellissima ma discreta, elegante, sobria, sempre al fianco del compagno. Ha occhi soltanto per lui, lo sostiene in tutto, lo accompagna a congressi e ricevimenti: è la perfetta padrona di casa che organizza cene di rappresentanza in cui il compagno brilla come un solitario sfavillante. È molto desiderata dai colleghi del suo uomo che sognano una donna così dedicata e devota.
Se usciamo dall’apparente perfezione di questa immagine di coppia, se facciamo anche soltanto un piccolo passo indietro e osserviamo “lui” e “lei” dalla giusta distanza, possiamo notare alcuni particolari significativi. Lui si mostra seduttivo, affascinante, divertente… l’idolo delle folle, si potrebbe dire; lei, invece, nonostante venga presentata come una donna molto attraente ci appare sottotono, in ombra. Dunque, cosa accade in questa coppia? Lui è un narcisista, si nutre dell’ammirazione degli altri di cui ha un profondo bisogno per alimentare la propria autostima che è fragile, instabile, bisognosa di continue conferme esterne. Per questo lui è sempre così brillante e divertente, seduttivo e affascinante. Soprattutto necessita di una compagna che nutra il suo ego, che sia la sua sostenitrice più accanita, la spalla perfetta per le sue performance nel teatro della vita. È un adulatore e sa recitare alla perfezione il ruolo del perfetto innamorato, dell’uomo che ogni donna desidera avere al suo fianco: appare premuroso, è attraente, ispira fiducia, ha una solida carriera. In realtà è un manipolatore, che ha imparato a presentarsi al meglio ma non per ciò che davvero è; così anche la sua premura e la sua empatia non sono genuine ma frutto di un calcolo eseguito per ottenere ciò di cui ha davvero bisogno: l’ammirazione incondizionata, l’attenzione totale. È molto intelligente e riesce a irretire gli altri con il suo comportamento apparentemente perfetto, ma in realtà li sfrutta per i propri scopi, per nutrire e realizzare le sue fantasie di successo. Come è riuscito a conquistare una donna che si intuisce essere dotata di notevoli qualità? Come abbiamo detto, lui è molto abile nell’apparire perfetto, con le sue iniziali lusinghe e premure… poi, lentamente, si costruisce una spirale in cui lei si ritrova nel ruolo di che accudisce, di chi aiuta, supporta, aiuta, offre tutto ciò che ha per far brillare l’altro. Come è possibile che si inneschi un tale circolo vizioso per cui lui prenderà sempre di più, succhiando via linfa vitale, sogni, progetti, desideri e affetto, mentre lei si ritroverà a dare, a offrire continuamente, esaurendo le proprie risorse, appoggio, supporto, idee, affetto e stima incondizionata? In realtà, anche se in maniera maladattiva e disfunzionale, questa coppia ha trovato una sorta di incastro perfetto. In qualche modo lei, infatti, aspettava lui, qualcuno per cui vivere, per cui potersi sacrificare completamente, nutrendo il suo bisogno di essere indispensabile. È tutta orientata all’ascolto dei bisogni e dei desideri del partner, mentre inconsapevolmente ignora i propri, salvo quello di non essere abbandonata, rifiutata dall’oggetto d’amore. È fondamentalmente insicura e dotata di scarsa autostima, per cui lui ha buon gioco nel farla vivere della sua luce riflessa. Lei vive l’amore come qualcosa di totalizzante, di assoluto, che abbisogna di completa dedizione e annullamento: soltanto in questo modo può sperare di non essere lasciata, di essere indispensabile, di essere apprezzata e amata. Vede il partner come una figura ideale e contribuisce alla sua mitizzazione, alimentando in questo modo le fantasie grandiose di lui. I membri di questa coppia, dunque, si sono scelti proprio in virtù delle rispettive personalità, dei rispettivi, profondi bisogni, spesso inconsapevoli. Si sono scelti, si sono sentiti attratti l’uno dall’altra e viceversa, proprio come due calamite che si uniscono, per nutrire quella parte di sé che è rimasta a lungo senza attenzioni e senza cure. La loro storia d’amore è un tentativo di riparare ferite che si sono aperte nell’infanzia, quando, seppur in maniera diversa, le famiglie di origine non sono state in grado di fornire sufficiente attenzione, accoglienza, ai bisogni dei due bambini. Molti fattori, ambientali e di predisposizione genetica, possono concorrere allo sviluppo di un narcisismo eccessivo e, se l’individuo che ne soffre accetta di intraprendere un percorso psicoterapico, spesso si presenta come un paziente difficile, proprio per la sua difficoltà nel riconoscere aspetti di vulnerabilità e fragilità. Anche per chi soffre di dipendenza affettiva si possono riscontrare svariate con-cause, tra cui fattori psicologici individuali ed esperienze negative vissute nell’infanzia (iperprotezione delle figure genitoriali, mancanza di limiti e regole durante lo sviluppo, esperienze di inadeguatezza ecc.)
Far evolvere la propria coppia, avviare un sano processo maturativo in cui entrambe le parti raggiungano un miglior equilibrio è sempre possibile, rivolgendosi a un professionista esperto in grado di sostenere entrambi i partner nel processo trasformativo.
Riferimento bibliografico:
Brogioni, M. (2015). Dipendenza e controdipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all’indifferenza vuota. Roma: Alpes Italia s.r.l.
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